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Chiude in bellezza la rassegna "Incontri al buio" presso l'Honda Bar in attesa di trasferirci a Villa Fondi per la XXXV edizione del cinema sotto le stelle....
Venerdì 12 giugno presso l'Honda Bar di Piano di Sorrento con inizio alle ore 20,00 salotto artistico con: Riccardo Piroddi, poeta e la sua raccolta “Con gli occhi e con il cuore”. Vernissage con le vivaci tele di Anna Esposito. Seguirà, alle ore 21,00, il cineforum con "La ragazza del dipinto", di Amma Asante.
Chiude in bellezza dunque questa 34 edizione degli "Incontri al buio" in attesa di trasferirsi a Villa Fondi per la consueta rassegna estiva patrocinata dal Comune dal titolo emblematico "Incontri al buio sotto le stelle", con sottotitolo "Terra Acqua Aria Fuoco: viaggio cinematografico attraverso i cinque elementi".
E veniamo alla scheda del prossimo film che verrà proiettato all'Honda Bar.
Un film sulla schiavitù femminile che viene declinata per il colore della pelle e per il censo
1769. Il capitano Sir John Lindsay della Marina di Sua Maestà Britannica decide, alla morte della madre, di riconoscere e portare con sé in Inghilterra la figlia mulatta affidandola allo zio Presidente della Corte Suprema. Dido Elizabeth Belle entra così a far parte, non senza difficoltà, di una famiglia nobile e in vista. Il suo rapporto con la cugina Elizabeth Murray si fa stretto sin da bambine e continua ad essere tale anche quando Dido erediterà la fortuna del genitore mentre Elizabeth si troverà senza dote. Questa situazione si intreccia con un evento che coinvolgerà l'intera legislazione britannica sulla schiavitù. Non è facile gestire cinematograficamente un film in costume ambientato nel '700 senza farsi condizionare dagli innumerevoli illustri predecessori che hanno elaborato complesse strutture narrative, spesso di derivazione letteraria.
Il modello che potrebbe essere accostato a questa opera seconda di Amma Asante è forse lo scorsesiano L'età dell'innocenza per l'intreccio tra opzioni dei singoli e convenzioni sociali.
Alla regista londinese di origine ghanese manca forse il controllo geometrico delle relazioni ma non le difetta certo la capacità di innervare il sottotesto di cinema dei sentimenti con riflessioni originali.
Perché nel momento in cui ci ricorda che la vita delle donne di buona famiglia ai tempi era totalmente condizionata dall'attesa di un maschio che spesso desiderava più la loro dote che le loro attenzioni, riesce anche a ribaltare il gioco.
Il suo è certo un film sulla schiavitù femminile che viene declinata per il colore della pelle e per il censo.
Dido da 'negra' che non può pranzare con i familiari perché creerebbe imbarazzo diviene oggetto di attenzione maschile nel momento in cui eredita rischiando di lasciare la cugina 'bianca' a soffrire di un triste zitellaggio. Ma questi elementi non costituiscono che una parte della narrazione perché essa si intreccia con il caso della nave Zong di cui Asante porta a conoscenza un più vasto pubblico che non sia quello degli storici.
Su quel veliero viaggiavano numerosi schiavi che vennero gettati a mare incatenati perché ammalati cercando così di lucrare con le assicurazioni che non avrebbero invece coperto l'arrivo sul mercato di 'merce' avariata.
Il caso costituì un punto di non ritorno per lo schiavismo in Gran Bretagna.
A tutto ciò si aggiunga il quadro (che giustifica il titolo italiano) che ritrae insieme le due cugine. Potrebbe essere un escamotage narrativo o un riferimento reale. Solo alla fine della proiezione si avrà la risposta.