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Mostra. OLTRE PINOCCHIO Cantico a Venturino

OLTRE PINOCCHIO

Cantico a Venturino

POMA Liberatutti

10 aprile – 27 luglio 2025

 

12 Venturino Venturi Pinocchio sul colombo 1986 collezione privata 250La Fondazione POMA Liberatutti – con lo sguardo proiettato lontano, ma sempre attenta anche al proprio territorio – dal 10 aprile al 27 luglio5 Venturino Venturi Pinocchio senza data Archivio Venturino Venturi 250 2025 ospita la mostra Oltre Pinocchio – Cantico a Venturino, curata da Lucia Fiaschi e Filippo Bacci di Capaci. A Pescia, città che ha dato forma all’immaginario di Pinocchio, grazie al suo famoso parco a tema, questa esposizione rende omaggio a Venturino Venturi, l’artista che più d’ogni altro ha saputo trasformare in segno e materia la magia e la complessità del celebre burattino. Ma Oltre Pinocchio non è solo un tributo al personaggio di Collodi. La mostra esplora infatti l’intera ricerca artistica di Venturino: dai disegni alle sculture, dalle matrici alle maschere, dalle impronte alle tempere ispirate appunto a Pinocchio, svelando un percorso in cui il racconto del burattino si intreccia con una riflessione più ampia sulla condizione umana e sul linguaggio dell’arte.

La mostra presenta un nucleo di settantacinque opere, provenienti dall’Archivio Venturino Venturi, dal Comune di Firenze – Musei Civici Fiorentini, dalla Fondazione Nazionale Carlo Collodi, dalla collezione della BCC Banca Valdarno e da prestigiose collezioni private.

Trenta tempere originali realizzate da Venturino nel 1986 per un’edizione speciale de Le avventure di Pinocchio, mai esposte al pubblico se non in occasione della presentazione del volume, restituiscono un Pinocchio intenso, dinamico, intriso di quella forza primigenia che sempre ha caratterizzato la visione dell’artista.

In Quattordici impronte a olio, eseguite tra il 1963 e il 1968, la materia diventa traccia sostanziale, attraverso una tecnica in cui l’olio genera immagini di forte impatto espressivo.

Un posto di rilievo è riservato a sei matrici lignee intagliate per divenire sorgente dei monotipi, in bilico tra figurazione geometrica e suggestione figurale, che tanto affascinarono Lucio Fontana e la sua cerchia. Utilizzate come matrici per un brevissimo periodo - tutti i fogli da esse derivate portano la data 1948 - sono poi state trasformate in sculture dallo stesso Venturino.

Fondamentali nel percorso dell’artista le due sculture dedicate a Pinocchio, entrambe bozzetto per la grande statua che si sarebbe dovuta innalzare al centro della Piazza dei mosaici del Parco di Collodi. Il Pinocchio proveniente dalla collezione della BCC Banca Valdarno è una fusione il cui originale in cemento si trova nelle collezioni dei Musei Vaticani; mentre quello in legno, ferro e chiodi, proveniente dalla Fondazione Nazionale Carlo Collodi, fu presentato dallo scultore in occasione del concorso per la realizzazione del Monumento a Pinocchio, nel 1953, ed è preziosissima testimonianza della prima ideazione del Pinocchio, che poi non venne mai realizzato. Una terza scultura, il Ritratto di Giovanni Michelucci, fu eseguita da Venturino in occasione dell’importante sodalizio che lo legò all’architetto e che ebbe origine proprio dall’impresa collodiana, della quale Michelucci fu giurato e per la quale, in tempi successivi, contribuì anche alla progettazione del parco.

In esposizione, inoltre, diciotto maschere in cartapesta dipinta, con le quali l’artista esplorò nuove dimensioni espressive attraverso la tridimensionalità. Caratterizzate da linee essenziali e forme stilizzate, evocano in volti-ritratto l’archetipo del burattino e delle sue metamorfosi, incarnando, nella tensione tra staticità e movimento, le modalità fondamentali del modellare scultoreo dell’artista.

Completa il percorso espositivo il cortometraggio animato di Alice Rovai Turchino, che rielabora il mondo di Venturino in chiave contemporanea, creando un ponte tra la sua poetica e le sensibilità artistiche del presente. Un’opera che, attraverso il movimento e il suono, restituisce la vitalità del segno e della materia venturiniana, proiettandola in una nuova dimensione narrativa.

L’esposizione sarà accompagnata infine dal video Dimmi Venturino… per la regia di Francesco Castellani, contenente interviste e materiali provenienti dall’Archivio Venturino Venturi.

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Venturino Venturi (1918-2002) è stato una delle figure più affascinanti del panorama artistico italiano del Novecento. Nato a Loro Ciuffenna, in provincia di Arezzo, e formatosi tra Francia e Italia, ha attraversato momenti cruciali della storia con uno sguardo sempre rivolto alla sperimentazione. La sua arte, sospesa tra figurazione e astrazione, ha conquistato l’attenzione di critici e artisti, tanto che Lucio Fontana lo invitò a sottoscrivere il Manifesto dello Spazialismo. Ma è con Pinocchio che Venturino ha trovato una delle sue chiavi espressive più potenti: il burattino di legno, creatura simbolica, diventa il compagno di una vita, una figura attraverso cui riflettere sulla condizione umana, sulla libertà, sul destino. Non a caso, proprio il concorso per Un monumento a Pinocchio segnò un momento difficile nella sua carriera. Venturino, infatti, il concorso lo vinse, ma in ex-aequo, senza poter dunque realizzare il progetto originale, poiché il grande Pinocchio, progettato per il centro della piazza, della quale era stato autore dell’intera superficie musiva, non fu mai realizzato. Tuttavia, Venturino seppe trasformare questa esperienza in un ulteriore slancio artistico, facendo del burattino un emblema ancora più centrale nella sua ricerca. Lavorando assiduamente negli anni successivi e scegliendo di risiedere nella natìa Loro Ciuffenna, lì fondò il museo monografico che porta il suo nome e che oggi è un centro di studio e ricerca sull’espressione artistica della seconda metà del Novecento.

Questa mostra è dunque un omaggio a un maestro capace di trasformare la materia in poesia, e a una figura, quella di Pinocchio, che continua a parlarci di crescita, metamorfosi e speranza. Un’occasione per scoprire e riscoprire un artista che ha fatto della ricerca e dell’emozione il fulcro della propria opera.

Il catalogo, a cura di Marta Convalle, Lucia Fiaschi e Filippo Bacci di Capaci, sarà pubblicato da Edizioni Fondazione POMA Liberatutti, all’interno della collana PomArte.

L’esposizione si potrà visitare dal mercoledì alla domenica dalle 10 alle 12.30, e dalle 17.30 alle 22.00.

L’ingresso è libero, e non occorre presentare la tessera.

 

Fondazione POMA Liberatutti


Sulle sponde del fiume Pescia, nell’omonima città, sorge la Fondazione POMA Liberatutti. Un centro polifunzionale concepito per stimolare il libero pensiero e favorire l’incontro tra iniziative e forme artistiche diverse. Realizzata in un ex opificio ristrutturato, la Fondazione si presenta come una factory culturale.

Lo spazio ospita mostre d’arte, spettacoli dal vivo, conferenze ed eventi che spaziano dalla musica al teatro, alle arti visive, coinvolgendo artisti affermati e giovani talenti. Accanto agli eventi culturali, offre una ricca gamma di attività formative in continua evoluzione: laboratori di scrittura, pittura, scultura; l’apprendimento di lingue straniere; yoga, tai-chi, scacchi e non manca la scuola di cucina, pensata per unire creatività e tradizione gastronomica.

Il Refettorio è il punto d’incontro per eccellenza, più di un semplice ristorante, dove spettacoli e momenti di socialità si mescolano con una cucina di eccellenza.

Guidata da una filosofia inclusiva e libera da vincoli ideologici, la Fondazione POMA è un laboratorio di crescita personale e condivisione, dove il dialogo e la ricerca del bello si intrecciano in ogni attività.

 

 

Fondazione POMA Liberatutti E.T.S.

Piazza San Francesco 12

51017 Pescia (PT)

Tel. 0572 1770011

email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. | www.pomaliberatutti.it

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“Dipingere il paesaggio”, inaugurata a Terzigno la mostra di Salvatore Emblema

“Dipingere il paesaggio”, inaugurata a Terzigno la mostra di Salvatore Emblema

Il nuovo progetto esposito, finanziato dalla Regione Campania, è stato presentato il 28 marzo al Museo Emblema con la performance musicale di Dada’.

Il presidente De Luca: «Celebriamo la memoria di chi ha saputo dare una nuova luce alla nostra cultura»

 

Embema 1 ph Emedeo Benestante 250Il Museo Emblema di Terzigno (NA) presenta il progetto espositivo dal titolo “Dipingere il paesaggio” di Salvatore Emblema (1929-2006), a cura di Renata Caragliano e Emanuele Leone Emblema, programmato e finanziato dalla Regione Campania (fondi POC 2014–2020), realizzato da Scabec – Società Campana Beni Culturali nell’ambito della rassegna Campania by Night, con il Museo Emblema.

La mostra, inaugurata il 28 marzo e aperta fino al 31 luglio, prende il titolo da un’opera di Emblema del 1967-’73: “Dipingere il paesaggio”, un’installazione composta da un insieme di fascine di rami di castagno ridipinti in un colore Blu Emblema, e propone un viaggio nelle installazioni ambientali nella natura che l’artista ha realizzato ai piedi del Vesuvio. Una vera e propria anticipazione della Land Art sotto il vulcano messa in atto dal 1967 in avanti. Esperimento documentato anche da alcuni scatti fotografici, nei quali si vede come Emblema fosse intervenuto con pigmenti naturali (rosa, bianco, verde) sugli alberi di pino circostanti la sua casa-studio, cambiandone colore. Un’azione bloccata in un fermo immagine, che fissa a un attimo preciso il ciclo di vita di quell’intervento di “dipingere il paesaggio” destinato a scomparire nel tempo.

In esposizione una selezione di opere, soprattutto degli anni Sessanta e Settanta, allestite tra interno ed esterno del museo, realizzate con materiali industriali, semilavorati e prefabbricati in metallo, “griglie” che interagiscono con lo spazio circostante utilizzando la linea come forma scultorea. Strutture primarie che, come una rete, danno vita a forme geometriche elementari allo scopo di creare opere pure che si sviluppano in verticale, “trasparenti”, e che – come nel caso delle sue opere su tela di juta – da corpi solidi e tridimensionali perdono peso raggiungendo la trasparenza.

«La Regione Campania continua con determinazione nel suo impegno per l’arte e la cultura, elementi fondamentali per la tutela del patrimonio e dare un’identità viva e condivisa alla nostra comunità – ha dichiarato il presidente Vincenzo De Luca –. La mostra celebra un artista che ha saputo reinterpretare il legame con la sua terra. Oggi, la sua ex casa-studio a Terzigno torna a essere luogo di incontro, in perfetta sintonia con lo spirito delle celebrazioni che l’artista organizzava. Questa iniziativa rinnova la nostra dedizione nel rendere l’arte accessibile e viva, tramandando la memoria di chi è riuscito a dare una nuova luce alla nostra cultura.»

L’inaugurazione è stata seguita dalla performance musicale di Gaia Eleonora Cipollaro, in arte Dada’, cantautrice partenopea che unisce cultura napoletana e world music con contaminazioni club ed elettroniche, e che propone una musica in bilico tra passato e futuro, tradizione e innovazione. L’evento musicale si è avvalso della consulenza artistica di Stefano Piccolo.

Per tutta la durata della mostra sono previsti percorsi didattici, visite guidate ed eventi speciali come la presentazione del libro di poesie di Enzo Ragone, La seconda vita del desiderio” (Interno Libri Edizioni), in programma domenica 4 maggio presso il Museo Emblema: un volume a cura di Francesco Napoli che connette brillantemente il tratto poetico di Ragone con quello pittorico – e a suo modo poetico – di Salvatore Emblema, fondendo due linguaggi con un’unica visione.

Tra i percorsi didattici, si propone un’esperienza a tratti immersiva, per allargare e allacciare allo stesso tempo i confini tra interno ed esterno, natura e cultura. Dopo aver visitato la mostra il pubblico verrà invitato a selezionare le opere esposte in una fotogallery virtuale, caricata in un tavolo tattile digitale. Ogni scelta verrà fatta sulla base dell’opera che ha provocato la più intensa partecipazione emotiva, che ha provocato il massimo di stupore e meraviglia rispetto al proprio modo di concepire l’arte e che dialoga di più con lo spazio esterno della natura. Il secondo percorso educativo disamina a tutto tondo del concetto di pittura, di orizzontalità, di proporzioni prospettiche e pattern coloristici storicamente legati alla pittura di paesaggio. Ideato per diverse fasce d’età, si caratterizza per una visita interattiva alla mostra e un successivo laboratorio pratico della durata complessiva di circa due ore.

La mostra, a ingresso gratuito, è visitabile dal lunedì al venerdì nei seguenti orari: 9.30-13.00 e 14.30-18.30. Il museo sarà aperto in via straordinaria anche sabato 29 e domenica 30 marzo nei seguenti orari: 10-13 e 15-18. Le visite guidate e interattive sono gratuite, con prenotazione obbligatoria sul sito www.museoemblema.com.

La versione digitale del catalogo della mostra è scaricabile dal sito www.scabec.it.

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"DIPINGERE IL PAESAGGIO", LE INSTALLAZIONI AMBIENTALI DI SALVATORE EMBLEMA IN MOSTRA AI PIEDI DEL VESUVIO

"DIPINGERE IL PAESAGGIO", LE INSTALLAZIONI AMBIENTALI DI SALVATORE EMBLEMA IN MOSTRA AI PIEDI DEL VESUVIO

Il 28 marzo, ore 17, al Museo Emblema di Terzigno l’inaugurazione del nuovo progetto espositivo. A seguire la performance musicale di Dada’

 

dip Emblema 250Venerdì 28 marzo, alle ore 17.00, il Museo Emblema di Terzigno (NA) presenta il progetto espositivo dal titolo “Dipingere il paesaggio” di Salvatore Emblema (1929-2006), a cura di Renata Caragliano e Emanuele Leone Emblema, programmato e finanziato dalla Regione Campania (fondi POC 2014–2020), realizzato da Scabec – Società Campana Beni Culturali nell’ambito della rassegna Campania by Night, con il Museo Emblema.

Nella ex casa-studio dell’artista Salvatore Emblema, ai piedi del Vesuvio, si ripropone quel clima di condivisione che l’artista creava ospitando gli amici durante l’equinozio di Primavera: una “festa”, come la definiva lo stesso Emblema, per celebrare il momento in cui il giorno e la notte hanno la stessa durata.

La mostra, aperta fino al 31 luglio, prende il titolo da un’opera di Emblema del 1967-’73: “Dipingere il paesaggio”, un’installazione composta da un insieme di fascine di rami di castagno ridipinti in un colore Blu Emblema, e propone un viaggio nelle installazioni ambientali nella natura che l’artista ha realizzato ai piedi del Vesuvio. Una vera e propria anticipazione della Land Art sotto il vulcano messa in atto dal 1967 in avanti. Esperimento documentato anche da alcuni scatti fotografici, nei quali si vede come Emblema fosse intervenuto con pigmenti naturali (rosa, bianco, verde) sugli alberi di pino circostanti la sua casa-studio, cambiandone colore. Un’azione bloccata in un fermo immagine, che fissa a un attimo preciso il ciclo di vita di quell’intervento di “dipingere il paesaggio” destinato a scomparire nel tempo.

In esposizione una selezione di opere, soprattutto degli anni Sessanta e Settanta, allestite tra interno ed esterno del museo, realizzate con materiali industriali, semilavorati e prefabbricati in metallo, “griglie” che interagiscono con lo spazio circostante utilizzando la linea come forma scultorea. Strutture primarie che, come una rete, danno vita a forme geometriche elementari allo scopo di creare opere pure che si sviluppano in verticale, “trasparenti”, e che – come nel caso delle sue opere su tela di juta – da corpi solidi e tridimensionali perdono peso raggiungendo la trasparenza.

“Che cos’è la trasparenza allora, se non il tentativo di eliminare ogni corpo opaco che si metta in mezzo tra i nostri occhi e la luce?” scriveva Emblema. Le forme scultoree incontrano il paesaggio che le circonda trascinando con sé nella memoria, una traccia, un segno lasciato o anche un vuoto segnato. La sua opera collocata sullo sfondo della natura contiene la visione della natura stessa. Con le parole di Emblema: “Non imito la natura, creo entro le sue leggi. La luce del sole penetra il dipinto”, in questo caso il corpo della scultura, “come penetra la terra”.

L’inaugurazione del 28 marzo sarà seguita, alle ore 19.30, dalla performance musicale di Dada’, artista napoletana che ha preso il nome da una corrente delle avanguardie artistiche del Novecento, il Dadaismo, e che propone una musica in bilico tra passato e futuro, tradizione e innovazione, 'glocal', per così dire, e che ha le radici ben piantate nella musica napoletana ma le antenne orientate verso i suoni e le atmosfere del mondo contemporaneo. L’evento musicale si avvale della consulenza artistica di Stefano Piccolo.

Per tutta la durata della mostra sono previsti percorsi didattici, visite guidate ed eventi speciali come la presentazione del libro di poesie di Enzo Ragone, “La seconda vita del desiderio” (Interno Libri Edizioni), in programma domenica 4 maggio presso il Museo Emblema: un volume a cura di Francesco Napoli che connette brillantemente il tratto poetico di Ragone con quello pittorico – e a suo modo poetico – di Salvatore Emblema, fondendo due linguaggi con un’unica visione.

Tra i percorsi didattici, si propone un’esperienza a tratti immersiva, per allargare e allacciare allo stesso tempo i confini tra interno ed esterno, natura e cultura. Dopo aver visitato la mostra il pubblico verrà invitato a selezionare le opere esposte in una fotogallery virtuale, caricata in un tavolo tattile digitale. Ogni scelta verrà fatta sulla base dell’opera che ha provocato la più intensa partecipazione emotiva, che ha provocato il massimo di stupore e meraviglia rispetto al proprio modo di concepire l’arte e che dialoga di più con lo spazio esterno della natura. Il secondo percorso educativo disamina a tutto tondo del concetto di pittura, di orizzontalità, di proporzioni prospettiche e pattern coloristici storicamente legati alla pittura di paesaggio. Ideato per diverse fasce d’età, si caratterizza per una visita interattiva alla mostra e un successivo laboratorio pratico della durata complessiva di circa due ore.

La mostra, a ingresso gratuito, è visitabile dal lunedì al venerdì nei seguenti orari: 9.30-13.00 e 14.30-18.30. Il museo sarà aperto in via straordinaria anche sabato 29 e domenica 30 marzo nei seguenti orari: 10-13 e 15-18. Le visite guidate e interattive sono gratuite, con prenotazione obbligatoria sul sito www.museoemblema.com.

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“Dall’uovo alle mele. La civiltà del cibo e i piaceri della tavola a Ercolano”

Dall’uovo alle mele. La civiltà del cibo e i piaceri della tavola a Ercolano

A Villa Campolieto la Mostra del Parco Archeologico di Ercolano

28 marzo 2025 - 31 dicembre 2025

 

Locandina 30x42 mostra alimentazione 250“Dall’uovo alle mele. La civiltà del cibo e i piaceri della tavola” è la nuova mostra del Parco Archeologico di Ercolano, organizzata in collaborazione con la Fondazione Ente Ville Vesuviane e ospitata nelle sale affrescate di Villa Campolieto, una delle più affascinanti ville di età borbonica del Miglio d’Oro. Dal 28 marzo i visitatori sono immersi in un viaggio nell’epoca romana alla scoperta di quella che possiamo definire una vera e propria civiltà del cibo. Il cibo è un filo rosso che lega il presente al passato non solo per le elementari necessità biologiche. Mai come ad Ercolano emerge con chiarezza un rapporto con il cibo che guarda non solo alla qualità e varietà dei prodotti, ma anche alla cura della preparazione e al risultato gastronomico.

Tra un presente richiamato da immagini ricavate dall’odierna realtà della moderna Ercolano e l’antichità romana, la mostra non perde mai di vista la bellezza della vanvitelliana Villa Campolieto, con spazi aperti e dialoganti con il prezioso contenitore. Attraversando le sale si gode tanto dei reperti esposti, quanto della splendida dimora settecentesca. La raffinatezza e il valore storico del piano nobile di Villa Campolieto hanno richiesto un approccio espositivo rispettoso; da qui nasce l’idea della "stanza nella stanza", allestimento che crea un dialogo tra il passato e il presente.

Gli oltre 300 scheletri di fuggiaschi ritrovati sull’antica spiaggia di Ercolano hanno offerto dati sullo stato di salute della popolazione e sul cibo che mangiavano: erano uomini, donne, bambini che hanno popolato le strade e le case di Ercolano antica la cui vita non è mai veramente terminata, ma è in qualche modo giunta sino all’oggi fissata per sempre in quelle strade e tramandata al futuro attraverso lo scorrere delle generazioni.

E’ il poeta Orazio che afferma ‘Ab ovo usque ad mala’, - un pasto completo nell’antica Roma solitamente iniziava con le uova e terminava con i frutti – e come su un vassoio d’argento l’antica Ercolano ci consegna una grande quantità e varietà di reperti organici in eccezionali condizioni di conservazione, a dimostrazione di un assortimento invidiabile di cibi e alimenti. Materia prima e frutto di una sorprendente arte culinaria, il cibo di questa città romana si mostra attraverso i resti carbonizzati di pane, cereali, legumi, frutta, uova, formaggio, frutti di mare, ci sembra quasi di sentirne i profumi; oltre a vasellame, pentole, utensili, oggetti di uso quotidiano e di lusso, che restituiscono preziose informazioni sui principali aspetti dell’alimentazione degli antichi Ercolanesi: dalla produzione al consumo e allo smaltimento del cibo.

Il cibo, non solo come necessità fisiologica, ma come elemento centrale della vita culturale e sociale, rappresenta un costante legame con il contemporaneo perché molte tradizioni e usi antichi persistono anche nella cultura campana di oggi -dichiara il Direttore del Parco Francesco Sirano –. I gusti, le ricette e l’etichetta a tavola sono cambiati negli oltre duemila anni che ci separano dal 79 d.C., ma abbiamo in comune la cura per la qualità delle materie prime, al tempo dei Romani spesso importate anche dall’Africa e dall’India, per la preparazione e la presentazione dei piatti e, molto più importante, per l’ospitalità e la condivisione della mensa, specie nelle occasioni più importanti.

La mostra -aggiunge il Direttore- rappresenta per me il compimento di un percorso, - siamo partiti dagli oggetti di lusso nell’Antiquarium del Parco, passati alla celebrazione del legno alla Reggia di Portici e arriviamo con il cibo a Villa Campolieto. In un cerchio di valorizzazione delle peculiarità che rendono Ercolano unica al mondo, con i reperti del Parco ambasciatori di valori in un’area molto più estesa delle ristrette mura del Parco archeologico. Un percorso-conclude il Direttore- che ci ha visto in compagnia degli enti locali, delle istituzioni culturali e di tante realtà di volontariato di questi splendidi territori”.

Il progetto di questa mostra nasce già nel 2018, quando si intraprese il programma espositivo “Ercolano 1738-2018 Talento Passato e Presente” che includeva un ciclo di tre mostre suimostra cibo 2 250 reperti più significativi della città antica, ossia ori, legni e cibi e di conseguenza sugli aspetti di questa antica comunità inerenti il lusso, l’artigianato e le abitudini alimentari. In questo iniziale progetto vi era anche la volontà di allestire le tre mostre nei luoghi più belli del territorio, l’Antiquarium del Parco Archeologico di Ercolano è stato la sede della mostra “SplendOri. Il lusso negli ornamenti a Ercolano”, la Reggia di Portici ha accolto l’esposizione “Materia. Il legno che non bruciò a Ercolano” e quest’ultima è allestita nella vantitelliana Villa Campolieto, una delle più belle dimore settecentesche lungo il Miglio d’Oro.

“Siamo orgogliosi di ospitare questa prestigiosa mostra a Villa Campolieto - dichiara Gennaro Miranda, Presidente della Fondazione Ente Ville Vesuviane -Questo evento è frutto di una straordinaria collaborazione con il Parco Archeologico di Ercolano e costituisce un esempio virtuoso di sinergia tra istituzioni che condividono l'obiettivo comune di promuovere la storia e la bellezza del nostro territorio. La cultura del cibo, che un tempo rappresentava un atto di socialità e benessere, è ancora oggi un potente motore economico e sociale per il nostro territorio. L’enogastronomia locale continua a brillare per la sua autenticità e per i suoi prodotti tipici che, come nel passato, non sono solo una risorsa economica, ma un simbolo di orgoglio identitario per tutta la comunità. La mostra non si limita ad essere un evento espositivo ma è un viaggio straordinario attraverso il tempo che ci permette di esplorare l’arte del cibo nell’antica Ercolano ed il suo valore non solo nutrizionale, ma anche sociale e culturale. I piaceri della tavola, le tradizioni culinarie e la convivialità erano aspetti fondamentali della vita quotidiana degli antichi ercolanesi, e oggi, nel cuore del Miglio d’Oro, possiamo continuare a celebrare e riscoprire quelle stesse tradizioni, che sono ancora una parte essenziale della nostra vita quotidiana ed offerta turistica. Villa Campolieto diventa così un ponte tra passato e presente, un luogo in cui la memoria storica dialoga con il nostro tempo.

Ringrazio sinceramente il Ministro della Cultura Alessandro Giuli ed il suo predecessore Gennaro Sangiuliano, il Parco Archeologico di Ercolano ed il Direttore Francesco Sirano per aver contribuito a rendere possibile questo progetto che, sono certo, lascerà un’impronta indelebile nella memoria culturale di tutti coloro che avranno il privilegio di visitare la mostra.”

Matteo Lorito, rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II dichiara ”La mostra, magistralmente predisposta presso una delle più belle ville vesuviane, arricchisce l’offerta straordinaria del Parco Archeologico Ercolanense. Il nostro Dipartimento di Agraria è da tempo impegnato in una proficua collaborazione con l’Ente, per il quale ha anche accolto nella sua sede, nella reggia di Portici, la singolare mostra sui legni ercolaneni. Collaborazione che oggi si estende ai tempi del cibo e dello studio dei reperti organici o correlati al tema dell’alimentazione. Questi ci forniscono una quantità di informazioni e di suggestioni davvero impressionanti sul nostro passato anche per aspetti enogastronomici oltre che della produzione agraria. Il cibo racconta chi siamo, come viviamo e, in questo caso, come eravamo e il percorso che ci ha portato ai giorni nostri. Congratulazioni al Direttore Sirano e al Direttore Miranda per questa straordinaria iniziativa”.

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Milano. THE WORLD OF BANKSY The Immersive Experience 21 marzo 2025 – 29 giugno 2025

THE WORLD OF BANKSY

The Immersive Experience

21 marzo 2025 – 29 giugno 2025

Spazio Varesina 204

via Varesina 204, Milano

 

Davis World image002 250Milano, città che ha dato il via allo straordinario tour italiano della mostra The World of Banksy. The Immersive Experience, si appresta a riospitare l’esposizione che, tra il 2021 e il 2022, ha conquistato 150.000 visitatori nelle sue due memorabili tappe in città. Dopo i successi internazionali di Barcellona, Madrid, Parigi, Praga, Bruxelles, Lisbona, Dubai e New York, e dopo aver toccato le città italiane di Roma, Napoli, Torino, Genova, Bologna e Verona, la mostra tornerà a Milano dal 21 marzo al 29 giugno 2025, con un concept completamente rinnovato, nel nuovo spazio espositivo Varesina 204, nel cuore del Milano Certosa District, al centro di un importante programma di rigenerazione urbana promosso da RealStep.

La mostra

Con oltre 2,5 milioni di visitatori in tutto il mondo, The World of Banksy torna a Milano offrendo una nuova esperienza immersiva. Lo spazio Varesina 204 si trasformerà in un ambiente unico, capace di coinvolgere i visitatori attraverso un percorso che celebra le opere e i messaggi dell'artista britannico.

L'esposizione presenterà oltre 100 lavori, tra graffiti, fotografie, installazioni e stampe realizzate su materiali come tela, tessuto, alluminio, forex e plexiglass, tutte riprodotte appositamente per il concept della mostra. Opere iconiche come Ozone Angel, Steve Jobs, Napoleon e Flower Thrower accompagneranno il pubblico in una narrazione visiva che spazia tra impatto estetico e riflessione sociale. Un'ulteriore sezione video arricchirà l'esperienza, approfondendo la storia e i significati dei murales più celebri dell'artista.

L'esposizione invita il visitatore a interrogarsi su temi attuali come consumismo, guerra e potere, superando il semplice stupore visivo. The World of Banksy è l'occasione per esplorare una forma d'arte che stimola il pensiero, trasmettendo messaggi di critica sociale, pur mantenendo viva l'essenza di un linguaggio universale e inclusivo.

L'evento è curato da Artful Events Collective, che dal 2017 ha sviluppato un approccio di curatela collaborativa, rendendo The World of Banksy un'esperienza unica e in continua evoluzione. Con l'ingresso del Direttore Creativo Emre Ezelli nel team, sono state introdotte nuove idee, dando vita a opere e allestimenti spettacolari che fondono magistralmente tecniche tradizionali con innovazioni digitali.

Nonostante il misterioso anonimato che caratterizza Banksy e la difficoltà di ottenere qualsiasi tipo di autorizzazione ufficiale, la mostra rappresenta una rara opportunità per immergersi nel suo mondo attraverso straordinarie riproduzioni delle sue opere. Questo progetto espositivo si configura come un tributo alla figura enigmatica dell'artista, capace di trasformare l'arte in uno strumento di riflessione sociale e critica collettiva, spingendo il pubblico a confrontarsi con tematiche universali attraverso il linguaggio della Street Art.

L’artista

Banksy, icona della Street Art contemporanea, ha conquistato il mondo con i suoi graffiti realizzati con la tecnica dello stencil. Dalla metà degli anni Novanta, le sue opere sono apparse in spazi pubblici in ogni angolo del globo, da Londra a Tokyo, da New York a Venezia. Attraverso immagini incisive e provocatorie, Banksy affronta temi come politica, consumismo e contraddizioni sociali, guadagnandosi l'ammirazione di un pubblico vasto e di numerosi personaggi pubblici.

Nonostante la sua avversione verso la commercializzazione dell'arte, le sue opere hanno raggiunto cifre da record nelle aste internazionali, consolidando la rilevanza della Street Art nel panorama artistico globale. Tra gli eventi più celebri, la vendita di Girl with Balloon, autodistrutta nel 2018, e il record stabilito nel 2021 con Love is in the Bin, aggiudicata per 21,6 milioni di euro.

Banksy ha mantenuto anche un forte impegno filantropico, destinando i proventi di alcune opere a cause umanitarie, come il supporto all'NHS britannico e a un ospedale palestinese. L'influenza dell'artista è stata riconosciuta da prestigiose istituzioni culturali come il British Museum e la Tate Modern. Nel 2023, Banksy ha autorizzato per la prima volta in 14 anni una mostra presso la Gallery of Modern Art di Glasgow.

Nel marzo del 2024, un suo nuovo murale apparso a Finsbury Park, a Londra, ha veicolato un forte messaggio ambientalista, confermando il suo impegno nelle principali questioni globali.

Milano Certosa District

Milano Certosa District, situato nella zona nord-ovest della città, è il distretto al centro di un importante progetto di riqualificazione promosso da RealStep, società di sviluppo immobiliare specializzata nella rigenerazione urbana sostenibile di siti ex industriali. A guidare il processo di trasformazione è una visione incentrata sulla persona e, in particolare, sulla qualità della vita di tutti coloro che abitano il distretto o lo frequentano per lavoro o per svago durante la giornata, attraverso il connubio fra sostenibilità, innovazione e benessere collettivo quale motore di rigenerazione delle aree urbane.

L’intervento di sviluppo del Milano Certosa District si propone di preservare la storia e il carattere dell’area promuovendo allo stesso tempo un quartiere vivace, dove suggestivi spazi ex industriali si affiancano a edifici all’avanguardia, tra aree verdi, spazi direzionali, nuovi servizi, esercizi commerciali e attività di ristorazione che prediligono insegne indipendenti e di ricerca, a cui si aggiunge un’ampia programmazione annuale di eventi ad animare il distretto. 

I biglietti sono acquistabili sul sito ufficiale della mostra www.theworldofbanksy.it o su www.ticketone.it, www.vivaticket.com e www.happyticket.it.

 Radio Number One è media partner della mostra

 

 

Informazioni

THE WORLD OF BANKSY

The Immersive Experience

Spazio Varesina 204, Via Varesina 204, 20156 Milano, MI, Italia

21 marzo – 29 giugno 2025

Orari

Da martedì a domenica dalle ore 10.00 alle ore 19.00 (ultimo ingresso ore 18:00)

Aperture straordinarie

21 aprile e 2 giugno 2025

Giorni infrasettimanali con presso festivo

Lunedì 21 aprile, venerdì 25 aprile giovedì 1 maggio e lunedì 2 giugno 2025

Biglietti

Intero € 14,00 da martedì a venerdì / € 16,00 weekend e festivi

Ridotto bambini 6 - 12 anni € 7 da martedì a venerdì / € 8 weekend e festivi

Sito web e contatti www.theworldofbanksy.it | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. +39 331 7841330