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La Custodia di Terra Santa - Una Mostra Biblica a Napoli per commemorare l’VIII Centenario della presenza Francescana in Terra Santa

Manifesto Terra Santa A4 300La presenza francescana in Terra Santa risale ufficialmente al 1217. In quell’anno furono mandati molti frati in missione come risultato delle decisioni del Capitolo Generale di Pentecoste, tenuto alla Porziuncola il 14 Maggio 1217. Secondo una tradizione ben fondata, i primi Frati arrivarono nel porto crociato di Acri sotto la direzione di frate Elia, il quale viene così considerato come il primo Ministro Provinciale di Siria o di Terra Santa o della Provincia di Oltremare, come veniva chiamata questa entità dell’Ordine durante il primo secolo della sua storia. Nel 1217 Acri era ancora un centro fiorente in Terra Santa ed era la capitale del Regno Latino di Gerusalemme, con la presenza degli Ordini dei Templari e degli Ospedalieri. Da Acri, frate Elia e i primi frati, potevano organizzare il loro lavoro missionario.

Basandosi su questa tradizione, gli storici determinano l’arrivo di san Francesco in Oriente durante la Quinta Crociata nell’estate del 1219. Ancora oggi i pellegrini possono visitare i resti del porto medievale “Pisano” di Acri, che viene considerato il luogo tradizionale dove frate Elia avrebbe accolto Francesco, partito da Bari o Brindisi (invece, secondo la tradizione popolare, da Ancona), il 24 Giugno di quell’anno. Francesco si sarebbe fermato ad Acri prima di proseguire il suo viaggio per mare lungo la costa Palestinese verso Damietta, sul delta del Nilo in Egitto, dove incontra il sultano, Malik el Kamil. Dalla tragedia della battaglia di Hattin (4 Luglio 1187) e della caduta di Gerusalemme ad opera di Salah al-Din (Saladino) il 2 Ottobre 1187, il Regno Latino di Gerusalemme fu ridotto a una manciata di città fortificate e castelli sulla costa della Palestina e del Libano, che includevano Giaffa, Arsouf (Apollonia), Cesarea Marittima, Atlit (Castrum Peregrinorum), Acri, Tiro, Sidone, Tripoli e Antiochia. Queste erano le ultime roccaforti crociate in Palestina che, una dopo l’altra, dovettero soccombere alla conquista Saracena. Antiochia cadde già nel 1268 e Acri cedette alle forze di Al-Ashraf Khalil il 18 Maggio 1291.

Nello stesso periodo, l’imperatore Federico II Hohenstaufen, grazie al matrimonio con Isabella di Brienne, figlia di Maria diraw 2v 300 Monferrato, è investito del titolo di Re di Gerusalemme dal 1225 al 1250, da quel momento, la Città di Napoli diviene custode di uno stretto rapporto che la unirà nel corso dei secoli al Regno di Gerusalemme e, dunque, alla Terra Santa. Infatti, la corona di Gerusalemme, seppure oggetto di pretensioni da parte di altre Case regnanti europee, sarà sempre legata alla Città di Napoli e le dinastie regnanti sulla Capitale del Regno acquisiranno, di conseguenza, anche il titolo di Re di Gerusalemme. Intanto, riguardo la presenza religiosa latina in Terra Santa, nel 1320, re Giacomo II di Aragona al termine di alcune trattative con i mamelucchi al Cairo, riesce ad inviare a Gerusalemme, tre anni dopo, un gruppo di dodici frati domenicani, per il servizio liturgico presso la Basilica del S. Sepolcro, ma per motivi oggi ignoti, tale iniziativa fallisce.

Soltanto dieci anni dopo, nel 1333, i Re di Napoli Roberto d’Angiò (fratello di san Ludovico di Tolosa, il quale aveva rinunciato al trono di Napoli per divenire frate francescano) e sua moglie Sancia di Maiorca, dopo difficili trattative e spese, magnis sumptibus et laboribus gravibus (si parla di 20.000 oppure 32.000 ducati d’oro) acquistano a favore dei Francescani il Cenacolo ed ottengono i diritti di officiatura delle liturgie al S. Sepolcro e papa Clemente VI nel 1342, con le bolle Gratias agimus e Nuper Carissimae ratifica tale acquisto, affidando ai figli di san Francesco la custodia dei Luoghi Santi. I Frati inviati in Terra Santa potevano provenire da tutte le Province dell’Ordine ed operavano sotto la giurisdizione del padre Custode, Guardiano del Monte Sion in Gerusalemme. Inoltre, i Reali di Napoli, per meglio tutelare gli interessi spirituali e materiali dei Luoghi dell’Incarnazione, chiesero ed ottennero dalla S. Sede un ius patronatus o meglio un protettorato sui Luoghi Santi. La Corte di Napoli da questo momento, fin dopo il 1684 verserà a favore dei Luoghi Santi 1000 ducati annui (prelevati presso la Tesoreria di Napoli e, in Età Vicereale, presso la dogana di Messina) e, fino agli inizi del XVIII secolo, i Reali assicuravano ai Religiosi di Terra Santa anche la lana per gli abiti da ritirare presso la dogana di Foggia. Intanto, nel corso dei secoli, in tutta Europa nascono i Commissariati di Terra Santa, i più antichi dei quali, quello di Napoli e di Venezia vedono la luce nella prima metà del XIV secolo. In successione di tempo, a Napoli, Bernardo Tanucci, Segretario di Stato, una volta abolita abolita la ghinea nel 1776, e poiché le bolle papali necessitavano dell’exequatur (autorizzazione reale), volle disporre delle collette ed elemosine destinate alla Palestina (Arch. Generale dell’Ordine – Roma Collegio S. Antonio – Terra Santa vol. XII, 1725-1845). La Regina Maria Carolina, unica, si ribellò al Tanucci, che il Collettta definì: “Uomo gretto di animo curiale, ignorante di economia politica e di finanze, di amministrazione, avido di potere, e, come straniero, più amante del Re che dello Stato”. Il Commissariato Generale di Terra Santa di Napoli, che sin dal 1560, grazie alla donazione della nobildonna Ilaria d’Apuzzo, aveva sede nei Quartieri Spagnoli, a Napoli, in via Montecalvario, oggi è ubicato sulla collina di Capodimonte.

I Commissariati di Terra Santa, oggi diffusi in tutto il mondo, hanno la funzione di promuovere le attività e le opera caritatevoli della Custodia di Terra Santa, mantenendo viva l’attenzione per i Luoghi testimoni dei misteri dell’Incarnazione. Sin dal 1217 a tutt’oggi i Francescani tra alterne vicende, difficoltà e persecuzioni, non hanno mai abbandonato questa Terra, considerate “la Perla delle Missioni” francescane. Oggi la Custodia di Terra Santa è composta da circa 280 missionari provenienti da oltre 40 differenti nazioni, custodisce 55 Santuari e cura 24 parrocchie, 14 scuole (in Israele, Palestina, Giordania, Cipro, Libano e Siria) con circa 10mila alunni tra cattolici, non cattolici e non cristiani, 4 case per malati ed orfani, 6 case per pellegrini, 3 istituti accademici, 2 case editrici, offre oltre 2000 posti di lavoro nei territori che vanno dall’Egitto, fino al Libano, cura 630 unità abitative per famiglie bisognose, 450 borse di studio annuali per studenti universitari e 170 sussidi per studenti in difficoltà.

La mostra biblica che viene inaugurata vuole essere il volano per sottolineare la presenza della Custodia di Terra Santa, per mezzo del Commissariato Generale, a Napoli.

La rassegna, nel V centenario della Riforma, permette di seguire la complessa vicenda della storia critica del testo sacro ed espone documenti testimoniali dell’intera evoluzione editoriale biblica, dal sec. XV al sec. XVII. Nel corso dell’itinerario espositivo viene evidenziata la preoccupazione della Chiesa di giungere al popolo, che a quel tempo era in gran parte illetterato, utilizzando le forme comuni della comunicazione: le sintesi bibliche, quali il Mammotrectus e la Summa Angelica, bruciate pubblicamente da Lutero, l’omiletica, i cicli xilografici, che illustravano bibbie e testi liturgici. Ciò che tale mostra si propone è stimolare l’approfondimento culturale ed, al contempo, operare una mediazione tra il piano scientifico e quello pastorale, il tutto attraverso vari percorsi: il primo introduttivo, descrive le tappe del cammino del popolo di Israele e la trasmissione del testo biblico; il secondo raccoglie edizioni rare e di pregio ed il terzo percorso rappresentato dalle incisioni dei grandi Maestri e dalle edizioni illustrate della Bibbia. A tutto ciò si aggiunge una specificità con un’intera sezione dedicata a testi sulla Terra Santa. Tali percorsi illustrano la vicenda filologica-testuale del testo sacro nella continua e complessa evoluzione delle testimonianze editoriali con pubblicazioni che hanno scandito le tappe storico culturali e socio-religiose europee in un percorso espositivo di carattere ecumenico, in cui Cattolici, Ortodossi, Riformati ed Anglicani ritrovano evidenze testimoniali della propria fede.

Fra Sergio Galdi ofm

Commissario Generale di Terra Santa

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Mostra a Dubai. Italian Vanity Art Exhibition

Gallery of Light - Dubai | 4 - 10 maggio 2017

LAPILLI Appunti01Con l’intento di proseguire il proprio operato nella valorizzazione dell’arte visiva italiana all’estero, della promozione di giovani artisti italiani in Dubai e con l’intento di  favorire l’approccio consapevole alla frequentazione di spazi espositivi in Dubai, è nato il progetto Italian Vanity Art Exhibition, una mostra di arti visive (pittura, scultura, fotografia, installazione) presso la Gallery of Light del Dubai Community Theatre & Arts Centre (DUCTAC) Mall Of The  Emirates, Dubai, nel periodo dal 4 al 10 maggio 2017. In esposizione le opere della Accorsi Arte con sede a Torino e Venezia, della Arionte Arte con sede in Catania e 33 “Solo Artist” del panorama artistico contemporaneo. Quattro le sezioni in esposizione: pittura, fotografia, scultura, installazione.

La Location La Gallery of Light, all’interno del Dubai Community Theatre & Arts Centre (DUCTAC), è un moderno spazio d’arte, situato in una posizione strategica e privilegiata a Dubai, all’interno del Mall of the Emirates, Al Barsha (2nd level Orange Car Park) ed ospita un programma di eventi e di attività partecipative per molte comunità multi-nazionali dell’Emirato. La galleria è stata partner della Biennale di Venezia del 2013.

Date Italian Vanity Art Exhibition si inaugura il giorno 4 maggio 2017 alle ore 19.00 alla presenza del Vice Presidente Camera di Commercio Italiana in Dubai, Dott Piero Ricotti e del Segretario generale, Dott Mauro Marzocchi.

L’esposizione proseguirà fino al 10 maggio con orario: 5 maggio h 14.00/20.00 - fino al 10 maggio h 11.00/20.00.

I visitatori saranno accolti dalla hostess parlante inglese/italiano.

L’ingresso è libero. In esposizione:

Accorsi Arte

Roberta Barni, Renato Bugiotti, Pietro Daresta, Maxo Della Rocca, Giuliana Fusari, Gabriela Herma, Guido Mannini, Mauro Molle, Paolo Perelli, Alfonso Silba, Laura Stoppani, Francesca Paltera.


Arionte Arte Contemporanea

Sara Berti, Concetta De Pasquale, Antonello Arena, Alessandra Lanese, Franco Politano, Fabio Modica, Giacomo Failla, Mimmo Scuderi.


Solo Artist

Allio Giovanni, Antico Gagliardini Giovanni, Asdhe (Daniela Damiano), Aufiero Rosario, Baraldi Gabriella, Barbaglia Walter, Basaev Oleg, Bosetti Arturo, Buonora Vito Marino, Conti Elena, Danelli Beatrice, De Troia Giacomo, Festino Giuseppe, G. Maria Ausilia, Greppi Marco, Lauritano Giulia, Lusignani Gabriella, Masciullo Concetta, Masera Alessandro, Mumari, Oneto Elisabetta, Pallotta Teresa Claudia, Ranaldi Ezio, Rizzo Miriam, Rosti Simone, Settembre Annapatrizia, Silvestre Angelina, Simonetti Marianna, Sordi Alberto, Spada Angela, Spalla Pizzorno Elettra, Taroni Marina, Vivace Domenica, ZENU (Zenucchini Lorenzo).


Gina Affinito | art curator
Mariano Cervone - graphic design
Karmen Audino - press officer Dubai
Dora Di Nunno - photography
Chitra Sudhakaran - arts center coordinator Ductac
Raffaella Mascolo - Hostess
Soulaf Tahtah - marketing Ductac
Alvin Paniterce - set up
Desiet Tewolde - logistic and ship

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Napoli. “Assemblaggi creativi - bambini e ragazzi con Joseph Beuys al MANN”

Mercoledì 5 aprile 2017 ore 10.00 nelle sale della Collezione Farnese

Museo Archeologico Nazionale di Napoli si inaugura la mostra

“Assemblaggi creativi - bambini e ragazzi con Joseph Beuys al MANN”

LAPILLI programma giornata inauguraleLa mostra presenta i risultati del laboratorio dislocato tra le aule scolastiche e il Museo MANN tra novembre 2016 e marzo 2017 e sviluppato in collaborazione con una rete di 10 scuole del territorio napoletano, soprattutto della periferia est di Napoli, che ha coinvolto quasi 700 bambini e ragazzi, compreso minori di etnia rom. 

Nella sala conferenze del Museo, alle ore 10,30 si terrà un Convegno inaugurale cui interverranno personalità del mondo accademico. 

La mostra

Attraverso metodologie cooperative e “a staffetta creativa”, tutti gli allievi, dalla scuola primaria alla secondaria di secondo grado, hanno lavorato secondo le idee di Joseph Beuys, Maestro  indiscusso di “scultura sociale”  ed interprete principale di una idea di arte intesa come processo inclusivo e democratico, volto ad una costante ricerca di dialogo tra uomo e natura e di collaborazione e partecipazione tra pari, per un progetto di benessere e armonia capace di migliorare la qualità della vita delle comunità. 

Il progetto ha avuto la collaborazione del Servizio Educativo del Museo MANN e il Museo è stato “aula” per laboratori durante tutta la durata del percorso nei quali bambini e ragazzi provenienti da scuole differenti si sono incontrati e hanno lavorato insieme sullo sfondo delle statue della Collezione Farnese. Il progetto si è avvalso, inoltre, della collaborazione scientifica dell’Università “Parthenope” di Napoli. 

La mostra sarà allestita il 4 aprile con l’aiuto di una classe di ragazzi del Liceo “G. B. Vico” di Napoli, che attraverso una marcia festosa, modalità consueta ai movimenti degli anni ’70 e tipica di alcune operazioni di Joseph Beuys sempre attento a coniugare arte e vita, porteranno al Museo gran parte dei lavori realizzati dagli altri alunni della rete. La marcia e l’allestimento sarà ripresa da filmmakers di ArcieMovie, che completeranno le riprese con l’inaugurazione della mostra il giorno successivo e produrranno un video della manifestazione.

Organizzazione

étant donnés associazione culturale

in collaborazione con il Servizio Educativo del Museo MANN

Con il patrocinio

Camera dei Deputati

MIUR Ufficio Scolastico Regionale per la Campania

Comune di Napoli

Collaborazione e consulenza scientifica

Università degli Studi “Parthenope” di Napoli

Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa” di Napoli

Università degli Studi “Federico II” di Napoli

Le scuole in rete

Liceo Statale  “Don Lorenzo Milani” Napoli

Liceo Statale  “G. B. Vico” Napoli

38° Circolo Didattico di Napoli “F. Quarati”

48° Circolo Didattico di Napoli “M. Claudia Russo”

69° Circolo Didattico di Napoli “S. Barbato”

 IC “46° Scialoja Cortese” Napoli

IC“47° Sarria Monti” Napoli

IC “49° Toti Borsi Giurleo” Napoli

IC “83° Porchiano Bordiga” Napoli

IC “1° De Luca Picione - Caravita” Cercola (Napoli)

sponsor tecnico

Ilmondodisuk

main sponsor

Gran Bar Riviera

  • Scritto da Alessandra Manca
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Kokocinski. La Vita e la Maschera: da Pulcinella al Clown. Fino al 5 giugno al MANN

koko arenaFino al 5 giugno 2017 il Museo Archeologico Nazionale di Napoli propone Kokocinski. La Vita e la Maschera: da Pulcinella al Clown. Una personale di circa 70 opere polimateriche, dipinti, sculture, altorilievi, installazioni, disegni, filmati, versi poetici, libri d’artista – ispirate alla metamorfosi della «maschera».

Al secondo piano, entrato nel salone della Meridiana il visitatore è spinto ad avanzare verso “L’Arena”, la prima delle sei aree in cui è articolato il percorso espositivo, una quinta semicircolare che fa da fondo all’Atlante Farnese, che pare anzi non disdegnare un muto dialogo con l’installazione Sguardo al futuro nascente, appositamente realizzata per questo appuntamento napoletano.

È qui che inizia il viaggio nella poetica materica di Koko. Così lo chiama Margaret Mazzantini che nel catalogo della mostra ricorda che “[...]Koko nasce in teatro e al teatro è sempre tornato. In quel gioco di mescolamenti e illusione per chi ha sete di illudersi. Le sue scenografie sono fondali parlanti e incarnati all'attore, mescolati al suo spirito. Da lì deve essergli rimbalzata l'idea di questa carne imbavagliata, saltata fuori dalla materia pittorica. In quel regno suggestivo, dove il buio ingoia un braccio, un volto, la vita sfarfalla come un’ombra remota ferma sulla soglia. Sembra staccarsi, ma poi è trattenuta indietro. Una galleria di volti e forme umani, agganciati alla materia primordiale, come feti, in procinto di respirare, ma forse incapaci di farlo.[...]”.

koko al mann porcellum italicum

Muovendosi attraverso le sale del museo, che custodiscono gli affreschi staccati dalle case di Pompei e dall’agro circostante, ci si meraviglia quasi dell’armonioso stato di simbiosi tra le opere di Koko e le testimonianze di un passato che rivive ogni giorno negli occhi di quanti sono disposti a cercarlo. L’affinità nasce anche dai temi. La maschera, la vita, il sogno. E che si tratti di Pulcinella, di Petruška o di Clown la ricerca, il senso sotteso, è lo stesso. Alessandro Kokocinski, un moderno avventuriero, perché sì, la vita del russo-argentino-italiano è una vita straordinaria, vuole mettere “faccia a faccia il visitatore coi problemi dei nostri giorni”. E quasi magicamente la ferocia della vita è messa a nudo attraverso il mascheramento, la poesia, i suoni, il colore e la materia, in un viaggio oltre il tempo, verso una, o meglio, la dimensione più scura e intima, fino a scovare anche lì una maschera interiore. Il percorso conduce allora allo svelamento della verità e forse ad una sofferenza catartica che può aprirsi alla più feroce ironia, ma anche alla luce, alla più leggiadra e funambolica voglia di sognare ancora e sorridere.

Sì è questa la forza di questa mostra, delle opere esposte, una ricerca che approda a risultati che riescono a far vibrare le corde dell’anima. E allora ben si spiegano le righe che Paolo Giulierini, direttore del MANN dedica alle opere esposte. “[...] In effetti le opere di questo artista — un uomo che ha subito egli stesso l’esilio, la persecuzione politica in momenti e luoghi chiave della storia recente (basti pensare all'Argentina o al Cile) e che ha vissuto la realtà del circo e del teatro — affrontano temi universali e parlano di un’umanità tormentata, coinvolta nello ‘spettacolo della vita’ e per questo spesso ritratta nella forma di clown o di un Pulcinella che, peraltro, torna a Napoli, nella sua città natale.
kokocinski olocausto clown tragico al mannIl dialogo serrato e diretto che si crea, nel suggestivo allestimento, tra le creazioni di Kokocinski e le pitture parietali delle domus pompeiane diventa allora un’occasione di riflessione ancora più profonda: maschere e scenografie antiche sono legate da un fil rouge alle opere contemporanee e ne decretano la pari dignità, ricordandoci che non è il tempo a stabilire il primato dell’arte. [...]”.

L’itinerario è animato da altre due grandi installazioni. Con “Olocausto del Clown tragico” si ‘assiste’ rapiti ad una messa in scena con protagonisti tanto malinconicamente, amaramente grotteschi quanto li obbliga la ferocia della vita a cui rispondono con ghigni tirati.

A trattenersi un attimo, l’atmosfera si carica di pathos e attraverso il rituale recupera, negli animi più sensibili, un intimo, personalissimo sentimento di religiosità. Il percorso prosegue nelle sale contigue, tra sogni, poesie, creature del folclore che si fanno materia per incarnare la ricerca della libertà, della verità.

Nella sala che accoglie “Non l’ho fatto apposta” che si avvale - in un video di corredo - della partecipazione di Lina Sastri, il visitatore è pronto ormai per entrare anch’egli in scena, immerso nello ‘spettacolo’ con la sua presenza.

Prima di andar via, ritornando nel salone della Meridiana, una sosta allo Sguardo al futuro nascente colora di significati più profondi la parodia grottesca della società contemporanea.

Icasticamente, in apertura di catalogo, Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo afferma:“ [...] Il messaggio quanto mai attuale di Kokocinski ruota intorno al rispetto per la dignità umana, condizione indispensabile perché questo nostro mondo sia sempre più orientato alla mutua comprensione e alla collaborazione tra i popoli, al di là delle rispettive convinzioni religiose, culturali e politiche di ciascuno”.

La mostra, a cura della Fondazione Alessandro Kokocinski, è promossa e realizzata dalla Fondazione Terzo Pilastro - Italia Mediterraneo con la collaborazione tecnica di Civita.
Il catalogo è edito da Skira, con scritti di Tiziana Gazzini, Paola Goretti, Margaret Mazzantini, Paolo Conti e dello stesso Alessandro Kokocinski. L’apparato fotografico è nutrito e di notevole aiuto per un primo approccio alle opere.

Alessandra Manca

 

 

 

 

 

 

 

Titolo della mostra:
KOKOCINSKI
LA VITA E LA MASCHERA: DA PULCINELLA AL CLOWN

Periodo
7 aprile – 5 giugno 2017

Sede
Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Napoli, Piazza Museo 19

Orari
Dal lunedì alla domenica dalle ore 09.00 alle ore 19.30
Chiuso il martedì. La biglietteria chiude mezz’ora prima.

Info e prenotazioni
Singoli, gruppi, scuole: 848 800 288
+ 39 06 399 67 050 (dai cellulari e dall’estero)
Il servizio è attivo dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00;
il sabato dalle 9.00 alle 14.00
mostrakokocinskinapoli.it

Biglietti
Intero: € 12.00; Ridotto:€ 6.00

Catalogo:

Kokocinski
La Vita e la Maschera: da Pulcinella al Clown

2017, 24 x 28 cm, 136 pagine
79 colori, e 7 b/n brossura
ISBN 978-88-572-3601-8
€ 29,00

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I TRATTATI DI ROMA Mostra fotografica di Carlo Riccardi

LAPILLI Archivio RiccardiRoma, 20 marzo 2017 – La mostra fotografica I Trattati di Roma del 1957 con gli scatti fotografici di Carlo Riccardi - Archivio Riccardi si terrà a Roma in occasione dell’evento “Buon Compleanno Europa” iniziativa promossa ed organizzata dal Centro per la Promozione del Libro, con il sostegno della Commissione Europea - Rappresentanza in Italia sarà ambientata nelle sale di Palazzo Ferrajoli in piazza Colonna, da martedì 21 a sabato 25 marzo 2017, in occasione del 60° anniversario dei trattati di Roma, che vedranno nella Capitale la presenza delle 27 delegazioni con Capi di  Stato e di Governo.

Le immagini di Carlo Riccardi documentano la giornata del 25 marzo 1957 quando, in Campidoglio, vennero siglati i Trattati di Roma, considerati come l'atto di nascita della grande famiglia europea. Nelle foto si rivive l’atmosfera di energia ed entusiasmo per un giorno storico per l’Italia e tutti i Paesi promotori. Riccardi documenta le varie situazioni, dall’arrivo delle delegazioni in Campidoglio in una Roma piovosa fino alla firma dei Trattati. Nei primi piani dei padri fondatori  traspare l’emozione di vedere la realizzazione di un sogno chiamato Europa.

 
Carlo Riccardi (1926) Fotografo ed Artista, ha raccolto in un grande archivio 70 anni di Storia italiana. I suoi scatti sono esposti in mostre permanenti a Pechino, Roma e San Pietroburgo. E’ il primo paparazzo della “Dolce Vita”. Amico di Ennio Flaiano, Federico Fellini e di Totò Negli anni Cinquanta fonda la rivista «Vip» e lavora per molti giornali. Ha documentato sei elezioni papali. Ha pubblicato diversi libri fotografici, tra i quali: Sophia Loren - Se mi dice bene (Armando, 2014) in omaggio agli 80 anni della grande attrice. De Sica, I tanti Pasolini e Vita da Strega, mostra fotografica che racconta gli anni d'oro del Premio Strega.

 
L’Archivio Fotografico Riccardi, iscritto presso la Soprintendenza Archivistica del Lazio di Roma in qualità di Patrimonio di Interesse Nazionale, è composto da oltre un milione di negativi originali, che ritraggono altrettanti momenti più o meno noti della vita politica, sociale e di costume che hanno caratterizzato gli ultimi 70 anni di Storia italiana.


La mostra, a cura di Maurizio Riccardi e Giovanni Currado per l’Archivio Riccardi, in collaborazione con Istituto Quinta Dimensione e Agenzia Documentazione Fotografica AGR ed Il Centro per la Promozione del Libro con il sostegno della Commissione Europea - Rappresentanza in Italia.