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MakerArt Maker Faire Rome – The European Edition 2020

MakerArt

Maker Faire Rome – The European Edition 2020

10>13 dicembre 2020

banner maker art facebook 1 trascinatob250Torna MakerArt, la sezione dedicata alla relazione tra arte contemporanea e nuove tecnologie di Maker Faire Rome – The European Edition 2020 – ottava edizione, la più importante manifestazione in Europa dedicata alla creatività e all’innovazione tecnologica, promossa e organizzata da Innova Camera, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Roma, che si svolgerà in versione digitale dal 10 al 13 dicembre 2020.

In questa seconda edizione crescono i percorsi sinergici e integrati tra maker e artisti internazionali scelti dal curatore della sezione Valentino Catricalà che, in concomitanza allo sviluppo di una nuova esperienza digitale, cioè l’innovativa piattaforma studiata e proposta da Maker Faire, vera punta di diamante della manifestazione, spinge verso un inedito e sperimentale sistema di partecipazione.

Maker Faire Rome 2020 sarà, infatti, completamente digitale! Se da un lato tale scelta risponde alle costrizioni del momento, è proprio questo dall’altro a rappresentare l’occasione per un’accelerazione, verso originali pratiche di condivisione e scambio del sapere, opportunità di e-learning e cultura del tempo libero. Opportunità che appartengono al DNA di MakerArt che quest’anno allarga la sua proposta culturale con la partecipazione di più di 40 artisti e altrettante opere realizzate appositamente per la fiera.

Tantissimi gli artisti di tutto il mondo, fra i quali: Antoni Abad, Elena Bellantoni, Juan Cortes, Rä di Martino, Ken Goldberg, Claudia Hart, Steve Lambert, Miltos Manetas, MASBEDO, Donato Piccolo, Signe Pierce, Quayola, Jakob Kudsk Steensen, Celine Tricart, Anouk Wipprecht.

E molte anche le collaborazioni nazionali come Rai Cinema, AR Market, Ambasciata degli Stati Uniti, ArToday, Fondazione Luca e Katia Tomassini, Re:Humanism, Nero Magazine e internazionali come S+T+ARTS EU, Pioneer Works Center For Art and Innovation, l’Hyphen Hub Community. Infine fra i talk spiccano i nomi di Lev Manovich, Christiane Paul e Asher Remy Toledo.

Spiega Valentino Catricalà: “Quella di MakerArt non è tanto una migrazione di contenuti artistici già esistenti sulla piattaforma ma una vera e propria progettazione del tutto, dove le specifiche opere sono pensate, realizzate, proposte, osservate e vissute secondo una logica fisica e virtuale. Sì, perché Maker Art è l’unica sezione della fiera che manterrà anche una natura fisica, grazie alle tante collaborazioni dove artisti, intellettuali, scienziati e creativi dialogano da sempre per generare nuove visioni del futuro. Essere presenti in questo particolare momento storico è soprattutto un modo per dimostrare che arte e tecnologia possono aiutarci ancora a riflettere su un’epoca complessa come quella che stiamo vivendo”.

 

LE NOVITÀ DI MAKER ART

 

> Realtà Aumentata in collaborazione con AR MARKET

Si tratta di un progetto unico nel suo genere che vede la collaborazione fra AR Market, startup che opera nel settore delle tecnologie immersive, con 3 importanti artisti nel panorama Europeo: Antoni Abad, Elena Bellantoni e Rä di Martino che potranno offrire al pubblico una rappresentazione dei loro concept artistici sfruttando le potenzialità della Realtà Aumentata. Le esperienze sviluppate per gli artisti da AR Market saranno fruibili tramite l’App personalizzata per MakerArt usando un tablet o smartphone, in qualsiasi luogo le persone si trovino, anche comodamente da casa, portandole in una nuova dimensione dove la realtà si fonde con immagini digitali.

> Between Art and Cinema in collaborazione con Rai Cinema

Attraverso un singolare dialogo fra la piattaforma di Maker Faire e l’applicazione di Rai Cinema, si potranno vivere i vari progetti di realtà virtuale in 3D / 360 / e per chi ha visori in RV.

I progetti da vivere sono realizzati dagli artisti: Alessandro Bernard, Francesco Bertelè, Jörg Courtial, Antonello Faretta, Igor Imhoff, Keisuke Itoh, Jacek Nagłowski e Patryk Jordanowicz, Chiara Passa, Michel Reilhac, Jakob Kudsk Steensen, Lino Strangis, Celine Tricart, Vanessa Vozzo.

> Opere Online

Da performance online (Apotropia, MASBEDO, Donato Piccolo, Roberto Pugliese), a opere pensate ad hoc per la piattaforma (Gaia De Megni, Claudia Hart, Steve Lambert, Miltos Manetas, Vincenzo Marsiglia in collaborazione con la Fondazione Luca e Katia Tomassini, Signe Pierce, Quayola, Matilde Sambo, Giulio Scalisi, Anouk Wipprecht) alle collaborazioni con importanti centri quali ArToday, Hyphen Hub Community, Pioneer Works Center For Art and Innovation. In questa sezione ci s’immergerà letteralmente in esperienze visive e sensoriali.

> Talk e Conferenze in collaborazione con l’Ambasciata degli Stati Uniti.

In questa sezione si potranno approfondire numerosi argomenti. Nella trasversalità dei profili dei protagonisti MakerArt vuole coltivare un profondo senso d’intimità con il pubblico.

Tra gli speaker: Ken Goldberg, Lev Manovich, Christiane Paul, Pioneer Works Center For Art and Innovation, Asher Remy-Toledo, Steve Lambert, Anouk Wipprecht.

> Talk e Conferenze in collaborazione con Fondazione Luca e Katia Tomassini.

Davide Sarchioni, curatore del progetto arte FLKT, modera una serie di incontri con diversi professionisti dell’arte sul lavoro di Vincenzo Marsiglia approfondendo i progetti realizzati con loro.

Artisti MakerArt: Antoni Abad, Apotropia, ArToday (Gaia De Megni, Matilde Sambo, Giulio Scalisi), Elena Bellantoni, Alessandro Bernard, Francesco Bertelè, Juan Cortes, Rä di Martino, Antonello Faretta, Ken Goldberg, Claudia Hart, Igor Imhoff, Jakob Kudsk Steensen, Steve Lambert, Miltos Manetas, Vincenzo Marsiglia, Masbedo, Federico Montagna, Chiara Passa, Donato Piccolo, Signe Pierce, Pioneer Works Center For Art and Innovation (Ryan Kuo, Thomas John Martinez), Roberto Pugliese, Quayola, Lino Strangis, Celine Tricart, Vanessa Vozzo, Wide Managment (Jörg Courtial, Jacek Nagłowski - Patryk Jordanowicz, Keisuke Itoh, Michel Reilhac), Anouk Wipprecht (in collaborazione con Hyphen Hub Community).

MEDIA PARTNER MakerArt NERO MAGAZINE

VALENTINO CATRICALA’ Curatore MakerArt è art consultant per il Sony Lab di Parigi. Collabora, inoltre, con il CyLand Media Lab di San Pietroburgo, la Manchester Metropolitan University ed è membro dell'Hyphen Hub Community di New York. Prima della nomina della Sezione Arte della Maker Faire – The European Edition è stato fondatore e direttore artistico del Media Art Festival di Roma (Museo MAXXI) e coordinatore dei programmi Arte della Fondazione Mondo Digitale. Valentino Catricalà è, inoltre, curatore del Kunstraum Goethe (Art Space) per il Goethe Institut di Roma. È autore dei libri Media Art. Prospettive delle arti verso il XXI secolo. Storie, teorie, preservazione (Mimesis, 2016) e The Artist Inventor (Rowman & Littlefield, Londra 2019). Ha curato mostre in importanti musei e istituzioni internazionali fra i quali: Minnesota Street Project (San Francisco), Ermitage (San Pietroburgo), Palazzo delle Esposizioni (Roma), MAXXI (Roma), Museo Riso (Palermo), Media Center (New York), Stelline (Milano), Istituto Italiano di Cultura Nuova Dheli (India), Manchester Metropolitan University (UK), Centrale Idrodinamica (Trieste).

 

PER VISITARE MakerArt

#MFR2020 @MakerFaireRome

https://makerfairerome.eu/it/

SCHEDA TECNICA

MakerArt – nell’ambito di Maker Faire Rome – The European Edition 2020

Direttore Artistico/Curatore: Valentino Catricalà

Opening Ceremony: 10 dicembre

Durata: 10 – 13 dicembre

Accesso Gratuito https://makerfairerome.eu/it/

 

CONTATTI

Innova Camera (a Special Agency of the Rome Chamber of Commerce)

Via de’ Burrò, 147 – 00186 Roma

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Napoli accoglie gli Etruschi al MANN

Corredi meravigliosi per ricordare la vita vissuta

Napoli accoglie gli Etruschi al MANN

Reperti curiosi e interessanti sono esposti al pubblico per la prima volta

image Locandina 250La realtà etrusca italiana non è concentrata al centro/nord. L’affascinante mostra, allestita con eleganza nelle sale nel museo archeologico campano, sottolinea la presenza invece un unicum culturale, evidenziando le sue emergenze e peculiarità in regioni diverse. La Campania, il Lazio, l'Umbria e la Toscana hanno ognuna una storia etrusca da mettere in luce. Raccontare un popolo mediante oggetti che appartengono soprattutto a corredi tombali è la sfida alla quale rispondono i due illustri curatori di questa interessante mostra che il museo Archeologico di Napoli offre, per circa un anno, all'attenzione degli spettatori e degli appassionati.

Il riflettore punta su una zona forse meno nota dell'Italia nella quale si sviluppa una speciale identità etrusca. Si tratta del territorio della Dodecapoli, che fa capo soprattutto a Cuma e all'ambito legato alla ricca città campana, e i cui materiali sono presenti nel museo ospitante.

La bellezza del territorio di Cuma, la sua elevazione in vista mare, i venti che l’avvolgono di continuo, fa di questo luogo un simbolo della magia legata a questa misteriosa popolazione indoeuropea. E in questo luogo si insediarono

Paolo Giulierini, che è direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ci racconta di questa koinè culturale che è trasversale ai luoghi e che unisce le varie tipologie tipiche dell’icnografia, della coreutica e dell'architettura, in un unico grande mondo linguistico, fatto di tasselli facilmente raccordabili e identificabili. Inoltre - sottolinea il direttore - è importante evidenziare le belle collezioni etrusche già presenti nel museo, che in quest’occasione meritano una speciale attenzione. Giulierini, che dirige con successo il museo napoletano da alcuni anni ed è stato riconfermato nel 2019 in questa carica, è nato, non a caso a Cortona, si è laureato in archeologia, specializzato in etruscologia nell'Università di Firenze, ed è stato direttore del Museo dell'Accademia Etrusca e della sua città. Valentino Nizzo, l'altro curatore della mostra, è invece nativo dell’umbra Todi, e dopo la laurea ha conseguito la specializzazione in archeologia etrusca, sottolineando il confronto tra archeologia e antropologia e ponendo l'accento proprio sull'ideologia funeraria e i valori sociologici della comunicazione archeologica. L’esposizione resterà aperta sino al prossimo 31 ottobre e presenterà al pubblico seicento reperti, alcuni di essi, circa duecento opere, saranno visibili per la prima volta in occasione di questo evento. La manifestazione nasce anche dalla rete scientifica stabilita con il Parco Archeologico di Pompei nel quale è stata presentata una prima tappa della ricerca.

L’esposizione presenta una serie di vasi di varia tipologia, dalle nere suggestioni del bucchero alla terra sigillata: dalle anfore ai crateri, dai kilix agli oinocoe; produzioni che abbracciano un arco temporale di circa sei secoli. L'intento è di indagare sulle fondamenta storiche di questa popolazione, la cui grandezza derivava anche dal controllo delle risorse che, come ricordava lo storico greco Polibio, attraversa una direzionale nord/sud. Si parte dal XII secolo, nei reperti più antichi fino ad arrivare Iva sec. a.C. Arricchisce ulteriormente la mostra uno straordinario gruppo di materiali dal Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia: stiamo parlando del corredo della celeberrima Tomba Bernardino da Palestina (675-650 a.C.) per la prima volta esposto accanto alla Tomba Artico 104 di Duma dell'VIII sec. a.C., congiungendo idealmente l’area etrusco-laziale a quella campana in un periodo cruciale della storia Mediterranea. Di grande valore estetico anche le bellissime lastre in terracotta provenienti da Velletri, che erano collocate nel Tempio delle Stimmate, datate VI sec. A.c., e che sono uno dei pezzi forti della mostra. Le eleganti figure in bassorilievo, poste di profilo sono abbigliate con la tebenna tipico mantello tondeggiante, indossato da uomini e donne come una casula, e caratteristico dell’abbigliamento etrusco. Una delle figure impugna il caduceo, serpente attorcigliato attorno a un’asta, che rimanda alla figura di Turms, la divinità etrusca assimilabile a Ermes. Le immagini rappresentano una processione con bighe e cavalli alati, o scene celebrative con personaggi seduti. Il modellato si presenta tondeggiante e compatto; la luce scorre piana ad avvolgere i personaggi, mentre lo sfondo non presenta connotazioni paesaggistiche. La mostra “Gli Etruschi e il MANN” è organizzata da Electa.

Da lunedì 16 marzo 2020 e fino al 31 maggio 2021 al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, la mostra “Gli Etruschi e il MANN”, a cura di Paolo Giulierini e Valentino Nizzo.

 

Alessandra Cesselon

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"Il mito di una Maschera". Se ne discute al De Chirico, e Salvatore Nuzzo sarà in mostra fino al 21 marzo

salvatore nuzzoNota critica per Salvatore Nuzzo

Intelligenza artificiale. L’incubo di un robot messo paurosamente a punto, come si dice di una macchina, nell’ambito della creatività. Se ne è discusso molto nelle sedi deputate (a Milano e altrove) relativamente al senso economico: non del valore venale ma di quello percettibile con i sensi aperti schematizzato o meno dalla storia dell’arte. Al tempo di Walter Benjamin lui era al riparo da questo incubo. Si poneva però il problema della ‘riproducibilità dell’opera d’arte’. Ho pensato questo sempre più convincendomene nelle occasioni in cui ho avuto davanti agli occhi le opere di Salvatore Nuzzo. Sappiamo come Benjamin affrontò il tema, stava nel contempo scrivendo il saggio sul Dramma Barocco Tedesco. Siccome il pensiero evolve indipendentemente dai compartimenti stagni (ne esistono ancora) tra arte ed arte possiamo, riferendoci a quei testi, che qualcosa circola come un leit-motive, la cui frequenza e li congiunge sotterraneamente: l’arte intorno a cui Benjamin discettava a proposito della sua riproducibilità (e quindi circolazione) è in quei testi quella esposta alla visione. Dipinti, disegni, guaches...Quindi abbandoniamo la riproducibilità e passiamo ad un procedimento che sarebbe a monte del processo. Quello creativo. Tu carichi, dai la carica come ad un orologio al robot e quello sforna le sorelle minori delle Demoiselles d’Avignon. Può l’artista ‘suggestionarsi’ ma non creare dal nulla. L’accensione dell’idea è motivata dal fattore tempo (quello cronologico); di quell’assemblare Nuzzo, diciamo, elementi disparati – persino tattili – non collocabili in un tempo storico; per dirla semplicemente arte creata o dissepolta ma che indipendentemente dalla cronologia produce, genera una ‘emozione’ non prospettica relativamente al tempo: lontananze oppure l’attualità...Scrivevo quanto l’esposizione dell’opera di Salvatore Nuzzo si rispecchi nel senso alto del celebre verso del poeta Alfonso Gatto, il piacere fisico di ritrovarla puntualmente all’altezza dei gridi. Come non essere così riconoscenti e grati a questo artista perseverante nel cogliere l’essenza degli esseri e delle cose, del naturale e dell’immaginario prescindendo dalla dimensione passato/presente e accampandosi invece nel perenne.
Fauno, cavallo, donna, pulcinella, angelo...Tutto scorre disperdendo nella corrente i sedimenti indispensabili, per chi ha il pregiudizio di giudicare l’evento creativo in un ambito contrassegnato dalle lancette di un orologio, dai foglietti a perdere del calendario. E’ per Salvatore Nuzzo la festa di inventare dal ‘nulla del reale’ dipingendolo, disegnando, scolpendo, modellando ceramiche e plastiche: la perennità della categoria delle estetiche cinetiche per quanto immobile sia nella clessidra la polvere segnatempo.

Vanni Ronsisvalle

SABATO 22 Febbraio 2020 ore 10:30

Liceo dell'Arte e della Comunicazione "Giorgio de Chirico” - Aula magna- Auditorium

DIBATTITO e CONFRONTO
"Il mito di una Maschera"

Intervengono: Vincenzo ASCIONE – Sindaco del Comune di Torre Annunziata; Roberta C. RAMONDO – Assessore alla Cultura del Comune di Torre Annunziata; Felicio IZZO–Preside Liceo dell'Arte e della Comunicazione “Giorgio de Chirico”; Crescenzio D'AMBROSIO – Referente Spazio 011 - Artista

e con la partecipazione straordinaria dell'attore della maschera Ignazio PANARIELLO , Attore – Commediografo - Regista

SPAZIO ZERO11
Laboratorio delle mostre

Salvatore Nuzzo

"SCULTURE & DISEGNI"
Pulcinella Archeologico

Mostra di opere grafiche, plastiche, pittoriche e di decorazione ceramica
a cura di Vanni Ronsisvalle
Dal 22 Febbraio al 21 Marzo 2020 - Orario Mostra - da lunedì a venerdì: 9:00 - 19:00
sabato 9:00- 14:00

Per informazioni: Liceo dell’Arte e della Comunicazione “ G. de Chirico “
Via Vittorio Veneto n° 514 – 80058 Torre Annunziata (NA) Tel. 081 5362838
E – mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.salvatorenuzzo.com Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

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La Cultura non si ferma: Palazzo Reale di Genova per #iorestoacasa sul canale youtube MiBACT

genova 250La mostra - MOGANO EBANO ORO! Interni d’Arte a Genova nell’800 - dedicata alla produzione di arredi e arti decorative a Genova nell’Ottocento, allestita nel Teatro del Falcone di Palazzo Reale di Genova, non si ferma ed è visibile nel video promozionale realizzato per l’esposizione, reso disponibile sul canale YouTube del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo all’indirizzo https://youtu.be/IB2FmKATtpc. 

Pubblicato con l’hashtag #iorestoacasa il video ripercorre, in un minuto, le scelte culturali e il gusto della nuova alta borghesia delle imprese e dei commerci, attiva a Genova all’inizio del XIX secolo. Oltre duecento oggetti tra mobili, dipinti, sculture, disegni e bozzetti, gessi, ceramiche, stoffe, vetri e fotografie, molti dei quali realizzati dal raffinato mobiliere inglese Henry Thomas Peters, testimoniano storicamente il passaggio da un’elegante pratica artigianale, in particolare, del settore dell’ebanisteria alla produzione industriale sull'intero territorio ligure. 

In questo periodo in cui musei, parchi archeologici, biblioteche, archivi, teatri, cinema sono chiusi a casa dell’emergenza coronavirus, il Mibact, attraverso un impegno corale di tutti i propri istituti, mostra così non solo ciò che è abitualmente accessibile al pubblico, ma anche il dietro le quinte dei beni culturali con le numerose professionalità che si occupano di conservazione, didattica, tutela, valorizzazione. Attraverso il sito e i propri profili social facebook, instagram e twitter il Ministero rilancia le numerose iniziative in atto. Sulla pagina La cultura non si ferma del sito https://www.beniculturali.it/laculturanonsiferma, in continuo aggiornamento, sono già presenti diversi contributi dei luoghi della cultura statali della Liguria.

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Quinta dimensione - L’eternità dell’effimero. Collettiva d'arte alla Galleria WESPACE

quinta dimensione locandinaQuinta dimensione - L’eternità dell’effimero
La logica oppositiva binaria – bianco/nero; destra/sinistra; bene/male… – fondamento del pensiero occidentale, unisce alla congrua opportunità anche la semplicità di interpretazione. In particolare, tra le molteplici coppie duali proposte da Jacques Derrida , quella Natura/Arte è la più funzionale all’interpretazione della Vita come fugace simulazione dell’eterno.
Una coppia che trova nella scontata dimensione della contrapposizione la sua giustificazione d’essere. Come se la Natura fosse il noumeno, l’essenza, la cosa primitiva e primigenia, e l’Arte una sua manipolazione non solo in funzione di mutamento, ma anche in termini di corruzione. Una sorta di deliberata volontà di defraudarne la purezza. In tal senso, appunto, si utilizza il termine artefatto, nell’accezione di adulterato, contraffatto, falsificato.
Viceversa l’Arte non può che essere scarto, effimero residuo dell’umana operosità. Non silloge di eteree intuizioni, inerzia di associazioni orientate dall’istinto. Ma scoria di pensieri che si adeguano alla materia; una sofferta spoliazione del tempo anche a venire. E in quanto attività superflua, senza alcuna connessione con le funzioni vitali e indispensabili alla sopravvivenza, non può diventare altro. In quanto è già altro.
La sua speranza di futuro non può che durare il tempo della realizzazione, vivere la sicurezza e la redenzione del gesto compiuto, celebrarne la morte col banchetto delle spoglie. Non può che essere in quel momento, e per sempre, fonte di piacere per se stessa. Hic et semper. Persino dove “sunt leones” ad evocare luoghi che potrebbero identificarsi con gli universi paralleli della quinta dimensione.
Perché lo spazio – quello del mondo sensibile, immediatamente percepibile – non è una stanza con delle pareti e un tetto, né il tempo (la quarta dimensione postduchampiana) la luce che la illumina. Ma, insieme, costituiscono, un’unica sostanza, fluida e trasparente, fatta di onde e attrazioni, e granuli, ad osservarli al microscopio, in perenne vibrazione, sostanza nella quale siamo immersi. Noi, fatti della stessa materia. La scienza parla di cronotopo, continuum spazio-temporale; la poesia di “sogno”, indefinito grumo sospeso tra il cielo e la terra
Ecco, allora, che la quinta dimensione, evocata nel titolo, non ne costituisce il superamento, ma sancisce la supremazia, nell’atto creativo assoluto, del big bounce – il grande rimbalzo – sul big bang. Nella sua ricorsività l’Universo sembra confermare l’antico principio della conservazione della massa, quello della trasformazione come postulato dell’eternità. E l’Arte, quella che occasionalmente, nella grammatica quantistica dell’indeterminismo, si identifica con i nostri otto artisti, ne è l’araldo.
“La salvezza è l’eternità!” sembrano dirci le loro opere. Indipendentemente dalla tematica, dalla tecnica, dai materiali utilizzati. Se la pittura nasce come volontà di raffigurare un’assenza e la scultura come illusione di farne un simulacro, tutte le volte che il gesto si rinnova, si ridetermina l’occasione passata, si pronostica quella prossima.
Il tempo si fa istantaneo.
Niente più accumuli o affastellamenti. Né riusi o ricicli o recuperi. E nemmeno inutili richiami alla durabilità degli oggetti di consumo. E men che meno geremiadi sul consumismo che tutti coltiviamo nell’anima come una pulsione di morte alla quale, con una voluttà che alterna senno e prudenza, follia e commiserazione, non riusciamo a sottrarci.
L’Arte non ha bisogno di scarti per glorificarne, nella ricreazione, nell’assemblata ibridazione, l’anima espressiva, perennemente espressiva.
Perché l’Arte è la scoria più nobile dell’Uomo. Con l’orgoglio della sua impura e blasfema orma di divinità. Da sempre effimero punto dell’eternità; veranda di luce sul vuoto del tempo simultaneo.
La si può ordinare, nel computo, come quinta dimensione? Non ha importanza!
L’interrogativo resta: “Ma come si fa a non capire l’unica, esclusiva, vera lezione dell’Arte?”
Se si mettessero insieme tutte le tele del mondo e della storia del mondo, e i marmi e i libri, e gli spartiti, si formerebbe un gigantesco ziqqurat capace di innalzarci sino al cielo. Lì dove pure si arriva tutte le volte che pensiamo, anche solo come oscura ma esaltante premonizione, a qualcosa di effimero che abbia una forma, un colore, un suono, un segno, come pegno dell’eterno.
Lì, dove, nella fluida trasparenza del tempo non più tempo, le miserie degli uomini, nella natura che non smette di ospitarli, appaiono come un unico punto, di atomi in perenne movimento. Ma antico e sereno. Finalmente ordinato. In un senso di pace che rassicura.
Nel momento dello sguardo. E del sentire profondo del cuore.

Galleria WESPACE

Vico del Vasto a Chiaia, 52 – Napoli

Collettiva d’arte

“Quinta dimensione”

L’eternità dell’effimero

Vernissage – Venerdì 7 Febbraio ore 18:30

 

Espongono:

BIGAL

Unberto CAROTENUTO

Crescenzio D’AMBROSIO

Antonio LONGOBARDI

Francesco MATRONE

NEOTTO

Mario SAMMARCO

THc

Presentazione Felicio IZZO

 

Dal 7 al 14 Febbraio