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La Custodia di Terra Santa - Una Mostra Biblica a Napoli per commemorare l’VIII Centenario della presenza Francescana in Terra Santa
La presenza francescana in Terra Santa risale ufficialmente al 1217. In quell’anno furono mandati molti frati in missione come risultato delle decisioni del Capitolo Generale di Pentecoste, tenuto alla Porziuncola il 14 Maggio 1217. Secondo una tradizione ben fondata, i primi Frati arrivarono nel porto crociato di Acri sotto la direzione di frate Elia, il quale viene così considerato come il primo Ministro Provinciale di Siria o di Terra Santa o della Provincia di Oltremare, come veniva chiamata questa entità dell’Ordine durante il primo secolo della sua storia. Nel 1217 Acri era ancora un centro fiorente in Terra Santa ed era la capitale del Regno Latino di Gerusalemme, con la presenza degli Ordini dei Templari e degli Ospedalieri. Da Acri, frate Elia e i primi frati, potevano organizzare il loro lavoro missionario.
Basandosi su questa tradizione, gli storici determinano l’arrivo di san Francesco in Oriente durante la Quinta Crociata nell’estate del 1219. Ancora oggi i pellegrini possono visitare i resti del porto medievale “Pisano” di Acri, che viene considerato il luogo tradizionale dove frate Elia avrebbe accolto Francesco, partito da Bari o Brindisi (invece, secondo la tradizione popolare, da Ancona), il 24 Giugno di quell’anno. Francesco si sarebbe fermato ad Acri prima di proseguire il suo viaggio per mare lungo la costa Palestinese verso Damietta, sul delta del Nilo in Egitto, dove incontra il sultano, Malik el Kamil. Dalla tragedia della battaglia di Hattin (4 Luglio 1187) e della caduta di Gerusalemme ad opera di Salah al-Din (Saladino) il 2 Ottobre 1187, il Regno Latino di Gerusalemme fu ridotto a una manciata di città fortificate e castelli sulla costa della Palestina e del Libano, che includevano Giaffa, Arsouf (Apollonia), Cesarea Marittima, Atlit (Castrum Peregrinorum), Acri, Tiro, Sidone, Tripoli e Antiochia. Queste erano le ultime roccaforti crociate in Palestina che, una dopo l’altra, dovettero soccombere alla conquista Saracena. Antiochia cadde già nel 1268 e Acri cedette alle forze di Al-Ashraf Khalil il 18 Maggio 1291.
Nello stesso periodo, l’imperatore Federico II Hohenstaufen, grazie al matrimonio con Isabella di Brienne, figlia di Maria di Monferrato, è investito del titolo di Re di Gerusalemme dal 1225 al 1250, da quel momento, la Città di Napoli diviene custode di uno stretto rapporto che la unirà nel corso dei secoli al Regno di Gerusalemme e, dunque, alla Terra Santa. Infatti, la corona di Gerusalemme, seppure oggetto di pretensioni da parte di altre Case regnanti europee, sarà sempre legata alla Città di Napoli e le dinastie regnanti sulla Capitale del Regno acquisiranno, di conseguenza, anche il titolo di Re di Gerusalemme. Intanto, riguardo la presenza religiosa latina in Terra Santa, nel 1320, re Giacomo II di Aragona al termine di alcune trattative con i mamelucchi al Cairo, riesce ad inviare a Gerusalemme, tre anni dopo, un gruppo di dodici frati domenicani, per il servizio liturgico presso la Basilica del S. Sepolcro, ma per motivi oggi ignoti, tale iniziativa fallisce.
Soltanto dieci anni dopo, nel 1333, i Re di Napoli Roberto d’Angiò (fratello di san Ludovico di Tolosa, il quale aveva rinunciato al trono di Napoli per divenire frate francescano) e sua moglie Sancia di Maiorca, dopo difficili trattative e spese, magnis sumptibus et laboribus gravibus (si parla di 20.000 oppure 32.000 ducati d’oro) acquistano a favore dei Francescani il Cenacolo ed ottengono i diritti di officiatura delle liturgie al S. Sepolcro e papa Clemente VI nel 1342, con le bolle Gratias agimus e Nuper Carissimae ratifica tale acquisto, affidando ai figli di san Francesco la custodia dei Luoghi Santi. I Frati inviati in Terra Santa potevano provenire da tutte le Province dell’Ordine ed operavano sotto la giurisdizione del padre Custode, Guardiano del Monte Sion in Gerusalemme. Inoltre, i Reali di Napoli, per meglio tutelare gli interessi spirituali e materiali dei Luoghi dell’Incarnazione, chiesero ed ottennero dalla S. Sede un ius patronatus o meglio un protettorato sui Luoghi Santi. La Corte di Napoli da questo momento, fin dopo il 1684 verserà a favore dei Luoghi Santi 1000 ducati annui (prelevati presso la Tesoreria di Napoli e, in Età Vicereale, presso la dogana di Messina) e, fino agli inizi del XVIII secolo, i Reali assicuravano ai Religiosi di Terra Santa anche la lana per gli abiti da ritirare presso la dogana di Foggia. Intanto, nel corso dei secoli, in tutta Europa nascono i Commissariati di Terra Santa, i più antichi dei quali, quello di Napoli e di Venezia vedono la luce nella prima metà del XIV secolo. In successione di tempo, a Napoli, Bernardo Tanucci, Segretario di Stato, una volta abolita abolita la ghinea nel 1776, e poiché le bolle papali necessitavano dell’exequatur (autorizzazione reale), volle disporre delle collette ed elemosine destinate alla Palestina (Arch. Generale dell’Ordine – Roma Collegio S. Antonio – Terra Santa vol. XII, 1725-1845). La Regina Maria Carolina, unica, si ribellò al Tanucci, che il Collettta definì: “Uomo gretto di animo curiale, ignorante di economia politica e di finanze, di amministrazione, avido di potere, e, come straniero, più amante del Re che dello Stato”. Il Commissariato Generale di Terra Santa di Napoli, che sin dal 1560, grazie alla donazione della nobildonna Ilaria d’Apuzzo, aveva sede nei Quartieri Spagnoli, a Napoli, in via Montecalvario, oggi è ubicato sulla collina di Capodimonte.
I Commissariati di Terra Santa, oggi diffusi in tutto il mondo, hanno la funzione di promuovere le attività e le opera caritatevoli della Custodia di Terra Santa, mantenendo viva l’attenzione per i Luoghi testimoni dei misteri dell’Incarnazione. Sin dal 1217 a tutt’oggi i Francescani tra alterne vicende, difficoltà e persecuzioni, non hanno mai abbandonato questa Terra, considerate “la Perla delle Missioni” francescane. Oggi la Custodia di Terra Santa è composta da circa 280 missionari provenienti da oltre 40 differenti nazioni, custodisce 55 Santuari e cura 24 parrocchie, 14 scuole (in Israele, Palestina, Giordania, Cipro, Libano e Siria) con circa 10mila alunni tra cattolici, non cattolici e non cristiani, 4 case per malati ed orfani, 6 case per pellegrini, 3 istituti accademici, 2 case editrici, offre oltre 2000 posti di lavoro nei territori che vanno dall’Egitto, fino al Libano, cura 630 unità abitative per famiglie bisognose, 450 borse di studio annuali per studenti universitari e 170 sussidi per studenti in difficoltà.
La mostra biblica che viene inaugurata vuole essere il volano per sottolineare la presenza della Custodia di Terra Santa, per mezzo del Commissariato Generale, a Napoli.
La rassegna, nel V centenario della Riforma, permette di seguire la complessa vicenda della storia critica del testo sacro ed espone documenti testimoniali dell’intera evoluzione editoriale biblica, dal sec. XV al sec. XVII. Nel corso dell’itinerario espositivo viene evidenziata la preoccupazione della Chiesa di giungere al popolo, che a quel tempo era in gran parte illetterato, utilizzando le forme comuni della comunicazione: le sintesi bibliche, quali il Mammotrectus e la Summa Angelica, bruciate pubblicamente da Lutero, l’omiletica, i cicli xilografici, che illustravano bibbie e testi liturgici. Ciò che tale mostra si propone è stimolare l’approfondimento culturale ed, al contempo, operare una mediazione tra il piano scientifico e quello pastorale, il tutto attraverso vari percorsi: il primo introduttivo, descrive le tappe del cammino del popolo di Israele e la trasmissione del testo biblico; il secondo raccoglie edizioni rare e di pregio ed il terzo percorso rappresentato dalle incisioni dei grandi Maestri e dalle edizioni illustrate della Bibbia. A tutto ciò si aggiunge una specificità con un’intera sezione dedicata a testi sulla Terra Santa. Tali percorsi illustrano la vicenda filologica-testuale del testo sacro nella continua e complessa evoluzione delle testimonianze editoriali con pubblicazioni che hanno scandito le tappe storico culturali e socio-religiose europee in un percorso espositivo di carattere ecumenico, in cui Cattolici, Ortodossi, Riformati ed Anglicani ritrovano evidenze testimoniali della propria fede.
Fra Sergio Galdi ofm
Commissario Generale di Terra Santa