- Categoria: Poesie
- Scritto da alla redazione
- Visite: 1135
Le poesie di Antonio Verolino
Antonio Verolino è studente della Facoltà di Lettere (curriculum classico) dell’Università degli Studi di Salerno, laureando triennale (con tesi in glottologia).
Diplomatosi presso il liceo scientifico statale “G. Da Procida” (SA) nell’anno scolastico 2012/13.
Coltiva un vivo interesse per lo studio delle lingue moderne e antiche, (parla inglese e francese) e per l’arte figurativa e letteraria.
CHLOE AL MUTO NOTTURNO
Vedo fiori cadere,
Chloe,
vedo noi annegare
in un vortice
d’insperata essenza,
d’amara assenza.
Eppur tu vivi,
recondita,
come lo stelo
di quel fiore
di cui cader
vedo il bocciolo solo,
non il sostegno.
Sii tu a me
sostegno e stelo,
depositandoti, dal cielo,
nel mio cielo
d’interior travaglio,
di chiarore oscuro
che delle mie membra
fan peso e muro.
Posati e risplendi,
leggiadra,
or che intatta
usi me come scudo.
CHLOE AL MERIGGIO
E son io,
Chloe,
che con lievi
aliti di vento
muovo pensieri
lontani e remoti
che viaggiano
nel meriggio,
chiaro,
d’un’intensa giornata.
Riscatta la sofferenza
di ore assenti,
sofferenti nel giorno,
che non conta
le piaghe
che il tempo
c’impone.
Vagheggia mondi
d’infinito
piacere sereno,
d’odore intenso
e d’intenso ardore.
Alle soglie
la Luna sta
a guardare
il meriggio
che sorge nascendo:
come all’infermo
nuova vita è resa,
come alla vita,
nuova linfa inattesa
FIORI NELLA NEBBIA
Disperdiamo l’amore nostro
là, dove la fitta nebbia
nasconde e copre
le incomprese nostre rivalse
che, come blandi edifici,
si sgretolano, ammassandosi
come macerie nel vuoto.
Sentimenti aspersi nella nebbia
dell’immane mio ego
che dirti non sa ciò che
dolente s’addentra.
Lasciami allora riflettere
mentre sbocciano
i fiori della prima stagione
come soffi del cuore
che ancor si spaura.
CECITÀ APPARENTI
Nessuno vede
le vibrazioni possenti
che paralizzano
i movimenti del mio cuore.
Nessuno vede
le scure e taglienti
lame del giorno
che di colpo, dal profondo,
m’immolano come vittima
dello stretto lor corso,
riducendo la speranza
ad invisa compagna
del malessere avaro
che mi colma,
stremato.
17 SETTEMBRE
Forse al pari del vento
Ci disperdiamo
Molteplici volte,
involuti tra noi
che nel cercarci
cadiamo sbriciolandoci
come il monte sotto il tuono.
Passiamo nella stessa strada
senza vederci,
e senza vederti
fuggo sul cemento arido
che ci disorienta
né ci lascia concederci
tra noi,
inconsapevoli amanti.