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  • Categoria: Poesie
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Le poesie di Antonio Verolino

Antonio Verolino è studente della Facoltà di Lettere (curriculum classico) dell’Università degli Studi di Salerno, laureando triennale (con tesi in glottologia).

Diplomatosi presso il liceo scientifico statale “G. Da Procida” (SA) nell’anno scolastico 2012/13.

Coltiva un vivo interesse per lo studio delle lingue moderne e antiche, (parla inglese e francese) e per l’arte figurativa e letteraria.

CHLOE AL MUTO NOTTURNO

Vedo fiori cadere,

Chloe,

vedo noi annegare

in un vortice

d’insperata essenza,

d’amara assenza.

Eppur tu vivi,

recondita,

come lo stelo

di quel fiore

di cui cader

vedo il bocciolo solo,

non il sostegno.

Sii tu a me

sostegno e stelo,

depositandoti, dal cielo,

nel mio cielo

d’interior travaglio,

di chiarore oscuro

che delle mie membra

fan peso e muro.

Posati e risplendi,

leggiadra,

or che intatta

usi me come scudo.

CHLOE AL MERIGGIO

E son io,

Chloe,

che con lievi

aliti di vento

muovo pensieri

lontani e remoti

che viaggiano

nel meriggio,

chiaro,

d’un’intensa giornata.

Riscatta la sofferenza

di ore assenti,

sofferenti nel giorno,

che non conta

le piaghe

che il tempo

c’impone.

Vagheggia mondi

d’infinito

piacere sereno,

d’odore intenso

e d’intenso ardore.

Alle soglie

la Luna sta

a guardare

il meriggio

che sorge nascendo:

come all’infermo

nuova vita è resa,

come alla vita,

nuova linfa inattesa

FIORI NELLA NEBBIA

Disperdiamo l’amore nostro

là, dove la fitta nebbia

nasconde e copre

le incomprese nostre rivalse

che, come blandi edifici,

si sgretolano, ammassandosi

come macerie nel vuoto.

Sentimenti aspersi nella nebbia

dell’immane mio ego

che dirti non sa ciò che

dolente s’addentra.

Lasciami allora riflettere

mentre sbocciano

i fiori della prima stagione

come soffi del cuore

che ancor si spaura.

CECITÀ APPARENTI

Nessuno vede

le vibrazioni possenti

che paralizzano

i movimenti del mio cuore.

Nessuno vede

le scure e taglienti

lame del giorno

che di colpo, dal profondo,

m’immolano come vittima

dello stretto lor corso,

riducendo la speranza

ad invisa compagna

del malessere avaro

che mi colma,

stremato.

17 SETTEMBRE

Forse al pari del vento

Ci disperdiamo

Molteplici volte,

involuti tra noi

che nel cercarci

cadiamo sbriciolandoci

come il monte sotto il tuono.

Passiamo nella stessa strada

senza vederci,

e senza vederti

fuggo sul cemento arido

che ci disorienta

né ci lascia concederci

tra noi,

inconsapevoli amanti.