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Continua con successo la collaborazione tra la storica pizzeria Trianon di via Pietro Colletta e la Rogiosi Editore. Dopo le presentazioni dei due libri “Senso di marcia” di Leandro Del Gaudio e Catello Maresca e “Il Lungomare” di Pietro Treccagnoli (con foto di Sergio Siano, Eliana De Marco e Stefania Fiscone), organizzate nell’ambito dell’iniziativa “Pizziamoci un libro”, mercoledì 17 maggio, dalle ore 19:00, sarà la volta dei Pulcinella dello scultore Mario Iaione.
L’artista, infatti, dopo aver presentato a febbraio, al Gran Caffè Gambrinus, il suo ultimo catalogo, edito da Rogiosi, si rimette in gioco proponendo la sua collezione di sculture raffiguranti la nota maschera divenuta ormai vera e propria incarnazione della città di Napoli, con la sua vitalità, la sua passione e, perché no, anche le sue contraddizioni. Dodici pezzi unici esposti in un luogo piacevolmente inedito, quale è la pizzeria Trianon, tutti di diverse dimensioni, il più grande dei quali (63x40x50) è costituito da ‘O quatt’ e’ maggio, ovvero la data in cui storicamente si svolgevano i traslochi in città e poi divenuta espressione proverbiale per indicare una situazione caotica.
Nel corso della presentazione interverranno, assieme all’artista, anche il maestro Lello Esposito, scultore e pittore che da circa trent’anni lavora sulla città di Napoli e sui suoi simboli, noto in Italia e all’estero, dove ha esposto in numerose mostre, e Loredana Troise, giornalista de l’Espresso Napoletano, responsabile storico-artistico del Museo Hermann Nitsch/Casa Morra e docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Accademia di Belle Arti.
Ad accompagnare le sculture ci sarà anche una piccola collezione di miniature, ognuna allegoricamente caricata degli oggetti-simbolo di Napoli (mandolini, spaghetti, pizza, corni, putipù), a sottolineare il “peso” della ricchissima e antica tradizione partenopea.
In occasione della mostra sarà possibile acquistare queste statuette al prezzo simbolico di 15€, quota che include anche pizza e bibita, per concludere al meglio la serata.
Sempre nel progetto di collaborazione tra la pizzeria Trianon e la Rogiosi Editore “Pizziamoci un Libro”, è previsto ancora un altro appuntamento molto importante: il 23 maggio 2017, a partire dalle 19:30, Claudia Mercurio, conduttrice e autrice della trasmissione televisiva “Il bello del calcio” su Canale 21, presenterà il suo libro “Il tempo del calcio”, edito da Rogiosi.
LO SCULTORE
Mario Iaione è nato a Napoli nel 1977. Fin da piccolo appassionato alla scultura e all’artigianato, ha frequentato la bottega del maestro Lello Esposito, dimostrando da subito la sua straordinaria capacità di modellare la creta; fortemente legato alla storia partenopea, per diversi anni l’artista ha orientato la propria creatività con l’intento di rendere omaggio alla tradizione, cominciando proprio dall’indagine, e conseguente rivisitazione, della maschera di Pulcinella.
“Don Alfonso 1890 - Salvatore Di Giacomo e Sant’agata sui Due Golfi”. Anche in questo nuovo romanzo di Raffaele Lauro emerge una galleria di figure femminili, tutte positive, che impreziosiscono il tessuto narrativo dell’opera e sembrano confermare il profetico auspicio dello scrittore sul ruolo determinante della donna nel futuro del mondo
di Carlo Alfaro
Chi vorrà porre mano, in futuro, all’analisi critica dell’opera narrativa di Raffaele Lauro, pervenuta felicemente, e con costante successo, alla sedicesima prova, con questo nuovo romanzo, dal titolo “Don Alfonso 1890 - Salvatore Di Giacomo e Sant’Agata sui Due Golfi”, in uscita a fine giugno prossimo, non potrà esimersi dal dedicare un intero capitolo alle figure femminili, descritte sempre, con grande ossequio e con rispetto, oserei dire, con devozione. D’altro canto, Lauro non ha fatto mai mistero, anche nei suoi interventi pubblici, da anni, attraverso apparenti battute, in realtà giudizi sostanziali, che saranno le donne “a salvare il mondo” e a porre rimedio agli errori storici commessi dagli uomini per cecità, per libidine di potere, per ingordigia di ricchezze e per delirio di onnipotenza. Dalle sue pagine emergono sempre donne forti, coraggiose, qualunque ruolo sociale occupino, determinate e insieme sensibili, siano esse casalinghe o imprenditrici, oppure mogli, madri, compagne di vita, amiche o amanti. Riecheggia in Lauro l’ammirazione profonda per le sue nonne: la materna, donna Peppinella De Simone, vedova Aiello, capo dell’azienda agricola familiare, e la paterna, donna Maddalena Russo, la quale giovanissima rimase vedova del marito, perito nella prima guerra mondiale, e lei, con tre orfani a carico, si rimboccò le maniche e si dedicò al lavoro di sarta per tirare avanti, con coraggio, indipendenza e dignità. Si avverte l’ammirazione totale per la madre Angela, alla quale ha dedicato, post mortem, i due volumi di “Quel film mai girato”, un’opera narrativa che affascinò molto Lucio Dalla e che il critico cinematografico, Gianluigi Rondi, definì, in una presentazione pubblica, a Roma, “un libro che ogni figlio avrebbe desiderato scrivere sulla propria madre”. Si sente in lui, da cristiano, una sincera devozione verso Maria, Madre di Misericordia e Madre di Dio, ponte di pace tra Cristianesimo e Islam, come ha testimoniato, di recente, in una conferenza pubblica. Anche in questo romanzo, quindi, emerge una galleria di figure femminili, tutte positive, che impreziosiscono il tessuto narrativo dell’opera e sembrano confermare il profetico auspicio dello scrittore sul ruolo determinante della donna nel futuro del mondo. Gli ho chiesto di confrontarmi con lui, come in passato, su questo aspetto non secondario del suo mondo poetico. Come sempre, il professore non si sottrae e risponde alle mie provocazioni, senza rete di protezione.
Perché, nella sua opera narrativa, lei attribuisce alla figura femminile un ruolo così importante, assoluto, imprescindibile, insostituibile?
Perché la figura femminile lo è oggettivamente, nella realtà storica e nella vita di ciascuno di noi. Non costituisce, quindi, una mia invenzione o un mero convincimento. Possiamo anche non avere una moglie o non essere padri di una figlia, ma non possiamo non essere figli di una madre.
Eppure la scienza...
Sono il più aperto al riconoscimento dei diritti costituzionali di tutti i cittadini e l’ho dimostrato, da parlamentare della Repubblica, con le mie proposte di legge, senza discriminazioni tra cittadini di serie A e di serie B, ma privare, per legge, un bambino della figura materna, sia essa madre naturale che adottiva, mi sembra una violenza intollerabile, espressione di egoismo, più che di amore. Se un robot impersonale, frutto del progresso scientifico (per me regresso, in questo caso!), dovesse essere capace anche di concepire, di gestire e di partorire un figlio, non cambierei il mio approccio. Il rapporto tra madre e figlio si nutre di un’interazione di sentimenti, di valori e di consonanze, non replicabili scientificamente. Basterebbe chiedere ad un orfano di madre o a chi non ha conosciuto, per congiunture negative, la propria genitrice, cosa gli sia mancato.
In questo romanzo, come nei precedenti, la figura femminile domina sovrana, a partire dalla madre del protagonista, don Alfonso Costanzo Iaccarino, la signora Maria Rosa Persico, maritata con Luigi Iaccarino, chiamata da tutti Rosa, come Rosa si chiamerà la moglie del fondatore della dinastia Iaccarino, che gli avrebbe dato ben undici figli! Ho trovato semplicemente delizioso l’abbinamento, affettivo e olfattivo, tra le Rose (madre e moglie) della vita di don Alfonso Costanzo con le rose (fiori) della canzone, da lui amatissima, “Era de maggio”, il capolavoro di Salvatore Di Giacomo e di Pasquale Mario Costa.
Tutto lu ciardino addurava de rose a ciento passe. Turnarraggio quanno tornano li rrose... si stu sciore torna a maggio, pure a maggio io stóngo ccá... Si stu sciore torna a maggio, pure a maggio io stóngo ccá. La canzone delle rose di Di Giacomo scandisce tutta la vita di don Alfonso Costanzo. Il rapporto con la madre, rimasta vedova, rappresenta un punto di riferimento essenziale, come risulta dalle lettere che le scrive da New York.
Una donna tenace, forte e determinata che rifiuta il compromesso di un secondo matrimonio per allevare quel figlio, da sola, anche a costo di fare dei grandi sacrifici, industriandosi, ad affittare camere, d’estate, per non chiedere aiuto agli altri.
Che si piega alla dolorosa circostanza di lasciar partire il figlio quattordicenne per l’America, nella certezza che Alfonsino sarebbe ritornato, per riprendere il cammino per la realizzazione del loro sogno: una pensione-ristorante, che portasse il cognome Iaccarino. Allo stesso modo la moglie, la quale, oltre a donargli undici figli, lo collabora, onnipresente e discreta, nella conduzione dell’attività, prima da sola e, poi, mano a mano che crescono, con i figli: le femmine addette alle camere, gli uomini alla gestione generale, agli approvvigionamenti, alla cucina, alla cantina e alla sala da pranzo.
Anche le figlie non sono da meno.
Se Olga e Maria si dedicano alle loro famiglie, Laura e Anna appaiono le più tenaci nel voler continuare l’attività paterna, seguendo proprie strade. Io ho avuto il privilegio di conoscere, in piena attività, la signora Laura Iaccarino, maritata con Angelo Foddai, gestori dell’Albergo Europa Palace di Sorrento. Da studente-lavoratore, feci, per tre estati, da ragazzo, il boy di portineria, in quel grande albergo, sotto la guida di un indimenticabile concierge, Carmine Buonagura. Ero colpito dall’energia e dalla determinazione della “padrona”, sempre in movimento, tra i piani, i saloni, la lavanderia, le cucine. Una donna indimenticabile. Senza queste donne, madri e mogli di albergatori, collaboratrici preziose nelle aziende, la nostra storia turistica sarebbe stata diversa.
Dal nonno famoso al nipote ancora più famoso. Anche accanto a lui, un figura femminile fondamentale.
Livia Adario, la sua ragazza, la sua fidanzata, sua moglie, la sua principale collaboratrice, la madre dei suoi figli. Un pilastro! Anzi, il pilastro, come la definisce don Alfonso. Alfonso e Livia sono coessenziali, indisgiungibili. Tutto quello che hanno fatto e conquistato, lo hanno fatto e conquistato insieme, sfidando i luoghi comuni, avendo il coraggio di scegliere insieme, di studiare insieme, di viaggiare insieme, osservando e apprendendo, insieme, dalle altrui esperienze, conservando la tradizione, senza rinunziare all’innovazione, mantenendo i piedi a terra, senza dimenticare di sognare, come due visionari, come due realizzatori, capaci di discutere, di lottare, di confrontarsi e, talvolta, anche di sbagliare, sempre insieme.
Come nelle monarchie, anche nella loro dinastia la successione è assicurata?
Ernesto ha ereditato le virtù creative del padre, mettendole subito a frutto in cucina. Mario quelle organizzative della madre, praticandole quotidianamente in sala. La quarta generazione degli Iaccarino appare già pronta sulla rampa di lancio, ben sapendo che la coppia regina dell’alta cucina italiana, avrà ancora molto da creare e da organizzare. La loro favola, umana, professionale e sentimentale, continua. Livia rimane la sacra custode della super cantina del Don Alfonso 1890. Un regno nel regno.
Presso la Pontificia Facoltà una giornata di studio su Joseph Ratzinger in occasione dei suoi 90 anni.
Martedì 16 maggio, a partire dalle ore 11, presso la sezione San Tommaso d’Aquino della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, a Napoli in viale Colli Aminei 2, avrà luogo una giornata di studio dedicata a Benedetto XVI, in occasione dei 90 anni del Papa emerito, che proprio in quella sede universitaria, quando era cardinale, aveva presieduto l’inaugurazione dell’anno accademico 1994/1995.
L’incontro celebrativo si svolge a un mese esatto dal compimento dei 90 anni da parte di Benedetto XVI, lo scorso 16 aprile, e nell’approssimarsi di altri due importanti anniversari: il quarantennale della sua ordinazione episcopale (28 maggio) e della creazione cardinalizia (27 giugno).
Il convegno sarà un’occasione per riflettere sull’opera teologica e sul magistero di uno dei maggiori teologi del novecento, che varie volte ha soggiornato nella nostra città e che nella sua visita pastorale da Sommo Pontefice, il 21 ottobre 2007, ebbe straordinarie parole d’amore per Napoli e per i napoletani: «Sono in mezzo a voi, cari amici, per spezzare con voi la Parola ed il Pane della Vita, ed il tempo brutto non ci scoraggia, perché Napoli è sempre bella!».
Nel corso del convegno, sarà presentato al pubblico il volume Joseph Ratzinger Benedetto XVI – Immagini di una vita, pubblicato dalle Edizioni San Paolo e scritto a quattro mani dai giornalisti Maria Giuseppina Buonanno e Luca Caruso.
La giornata – Al convegno di martedì, moderato da Giuseppe Falanga, docente e direttore delle pubblicazioni della Pontificia Facoltà Teologica, dopo l’introduzione ai lavori del vicepreside, Gaetano Di Palma, interverranno monsignor Gennaro Acampa, vescovo ausiliare di Napoli, Luca Caruso, responsabile dell’ufficio stampa della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger - Benedetto XVI e coautore del volume, Antonio Ascione, docente e segretario generale della Facoltà Teologica.
Il libro – L’11 febbraio 2013 Benedetto XVI annuncia alla Chiesa e al mondo la sua intenzione di rinunciare al pontificato. Partendo da questo evento che è nella memoria di tutti e tornando indietro nel tempo, come in un ideale flashback, il volume Joseph Ratzinger Benedetto XVI – Immagini di una vita, racconta la vita di Ratzinger, dalla nascita in un paesino della Baviera il 16 aprile 1927, all’attuale condizione di Papa emerito, vissuta nella preghiera presso il monastero Mater Ecclesiae, in Vaticano.
Una narrazione avvincente, strutturata in 9 capitoli accompagnati da 120 fotografie, alcune delle quali inedite, che ripercorre le principali tappe della vicenda umana e spirituale di questo «umile lavoratore nella vigna del Signore»: l’infanzia nella Germania degli anni Trenta, il dramma della guerra e della prigionia, la vocazione sacerdotale, la brillante carriera accademica, la partecipazione al Concilio Vaticano II, l’elezione ad arcivescovo di Monaco e Frisinga e la nomina a cardinale, il lungo impegno come prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede al fianco di Giovanni Paolo II, gli otto anni di un pontificato segnato anche da momenti difficili.
Uno straordinario patrimonio di immagini, ricordi e testimonianze che ci restituisce tutta la ricchezza umana, teologica e pastorale di Joseph Ratzinger - Benedetto XVI.
Giordano Bruno Guerri: “questo romanzo ci accompagna in un viaggio in motocicletta nel Giappone più insolito e misterioso, tra sogno e realtà”
Roma, 4 maggio 2017 – "Con la sua prosa vivida e coinvolgente Mario Vattani ne <La Via del Sol Levante> ci accompagna in un Giappone insolito e misterioso”. Con queste parole lo scrittore e storico Giordano Bruno Guerri ha aperto la presentazione del nuovo libro di Mario Vattani, già console generale a Osaka, che si è svolta nella prestigiosa ed affollata sede del Circolo degli Esteri della Farnesina. “Un viaggio in moto tra sogno e realtà, quello di Vattani – ha proseguito Guerri nella sua introduzione - che per certi versi ricorda "On the Road" di Jack Kerouac in un percorso attraverso il tempo, la storia ed il sogno."
Dopo il successo del suo primo romanzo “Doromizu. Acqua torbida” (Mondadori, 2016), Vattani, in questo secondo romanzo, decide di raccontare se stesso: un diplomatico italiano appassionato dell’Oriente che riesce finalmente a realizzare il suo sogno di trasferirsi a Tokyo, e intraprendere un lungo viaggio in motocicletta. Tra una tappa e l’altra del suo percorso solitario nei luoghi meno conosciuti delle isole giapponesi, la narrazione si intreccia con la storia dei rapporti tra Italia e Giappone all’inizio del ‘900. Ne “La Via del Sol Levante” (Idrovolante Edizioni) incontriamo alcuni protagonisti meno conosciuti del rapporto Italia-Giappone fino alla tragica conclusione del secondo conflitto mondiale. La pubblicazione è inserita nelle celebrazioni ufficiali del 150° Anniversario delle relazioni tra Giappone e Italia. Per questa ricorrenza, dal 2016 fino al prossimo agosto, si tengono in varie località giapponesi e italiane diversi eventi culturali di alto livello (http://www.it.emb-japan.go.jp/150).
Hanno partecipato all’evento, moderato dalla giornalista e nipponista, Stefania Viti, Domenico Giorgi, già Ambasciatore d’Italia a Tokyo (2013 – 2017), Andrea Purgatorio e l’attrice e doppiatrice giapponese Jun Ichikawa, che ha letto alcuni brani del romanzo. Tra le oltre 200 persone che hanno partecipato all’evento, nutrito il parterre di diplomatici e personalità presenti tra i quali, l’Ambasciatore Camillo Zuccoli, l’ex Ambasciatore a Washington, Sergio Vento, l’ambasciatore Luca Del Balzo di Presenzano, il presidente della Fondazione Italia Giappone, Umberto Vattani, la direttrice dell’Istituto di Cultura Giapponese a Roma, Naomi Takasu. Ed ancora, il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, Alfonso Rossi Brigante, il flautista di fama mondiale Andrea Griminelli, i consoli Gennaro Famiglietti e Mattia Carlin.