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L'Amministrazione Comunale di San Vitaliano promuove l'VIII Edizione del Premio Artisti per la Pace Città di San Vitaliano. Da sempre la cultura, intesa come poesia, prosa e immagine, è un potente tramite, attraverso il quale veicolare valori di grande spessore. Il premio "Artisti per la pace", giunto alla sua ottava edizione, intende perseguire l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica, e in modo particolare i giovani e il mondo della scuola, sui temi della pace, della giustizia sociale, della nonviolenza, della libertà, dei diritti umani, dell'autodeterminazione dei popoli e della solidarietà nelle sue molteplici espressioni. Il Comune di San Vitaliano, impegnato nella divulgazione della cultura in tutte le sue forme, intende dare spazio ai valori sopra descritti grazie al talento e attraverso la partecipazione di artisti provenienti da tutta Italia, al fine di rendere il Premio Artisti per la Pace Città di San Vitaliano, un momento di comunione, unione e soprattutto di scambio costruttivo d'idee che porti ad una seria e duratura divulgazione di un messaggio di pace utile agli uomini e alla comunità.
Partecipa gratuitamente all'iniziativa e vinci premi in opere artistiche e denaro. Invia la tua opera entro il 12 gennaio 2017 all'indirizzo email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure presso l'Ufficio Protocollo del Comune di San Vitaliano a mezzo posta, all'indirizzo “Ufficio Protocollo - Comune di San Vitaliano - Piazza Leonardo da Vinci - 80030 San Vitaliano (NAPOLI)”.
La rassegna Settembre in Piazza della Passera si apre per il terzo anno consecutivo con un’accesa gara di Poetry Slam. Genere di competizione il cui successo in Europa e in America è noto e ormai sempre più diffuso anche in Italia, lo Slam, è per il poeta Lello Voce “arte della performance, poesia sonora, vocale; lungi dall’essere un salto oltre la ‘critica’, è un invito pressante al pubblico a farsi esso stesso critica viva e dinamica”. Un’arte che viene dalla strada, come il rap ai suoi inizi, e crea un legame tra la scrittura e la performance focalizzata sulla parola. Praticato nei luoghi pubblici e considerato una delle forme più vive e rivoluzionarie della poesia contemporanea, mette in arte l’espressione popolare e, lungi da scavalcare la critica, invita il pubblico a farsi esso stesso giudice, stabilendo così un nuovo rapporto tra questo e il poeta.
Il maestro di cerimonia, conduttore della gara e della serata, sarà Lello Voce, mentre sul palco si sfideranno, a suon di versi, Paolo Gentiluomo (Genova-Milano), Marcello Frixione (Genova), Francesca Genti (Torino-Milano), Marthia Carrozzo (Lecce-Firenze), Lidia Riviello (Roma), Simone Savogin (Como), Tiziana Cera Rosco (Milano) e Julian Zhara (Venezia).
Sempre per martedì 6 settembre atteso fuori-programma “Settembre-extra” con PARLA CON I MURI, una passeggiata urbana tra le opere di Clet, Blub, Exit Enter e le scritte del popolo dei muri, con Maria Paternostro in collaborazione con ScandaloSoBrio. Partenza da piazza Poggi, sotto la Torre San Niccolò, alle ore 18.30 (prenotazione obbligatoria, max. 30 persone, all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. o al numero 348 2416549). Al termine della passeggiata proiezione di slide-show in Piazza della Passera.
Per informazioni: Associazione culturale In Piazza
Tel. 329 0058885 – email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Pe' viche e vicarielle, si muove nu spirito inquieto, una donna, bianca comm o marmo, che chiagne nella notte. Le spettrali mani, sotto la luna, scavano nella terra nera, strappando radici, erbacce, e pietre bianche, che lancia contro i palazzi e lungo le strade. Il suo passaggio si accompagna ad un rumore secco di pietre che rotolano lungo le vie, sbattendo sul selciato.
Al silenzio il fantasma risponde chiagnenn ancora più forte, chiammann "Principe! Principe!"
Ma nisciun risponne.
Quella notte non dormivo. Pensavo a cosa avrei detto alla padrona di casa quando sarebbe venuta a chiedermi l'arretrato dell'affitto. E io, a ro e pigl' e sord? Mi agitavo nel letto e non putev chiudere l'uocchie. Poi lo sentii, nu rumore forte, come na preta che cade.
Mi alzai in fretta e andai alla finestra.
"Chist è sicurament quacche strunz miez a via" pensavo. Aprii la finestra e presi fiato p'allucà.
Lei era lì, seduta ngopp a cord dei panni stesi, comme Gennarino mio quann era criatur ngopp all'altalena.
Me manc o ciat, pensai. Nu spirit? Ngopp a fenestra mia?
"Signò" la chiamai, ma ella non mi guardò; lasciò cadere una pietra. Fece lo stesso rumore che prima mi aveva fatta alzare.
"Signò" le dissi ancora "È tardi, jatevenne a cuccà."
Stavolta la donna mosse il viso verso di me e alla luce della luna pareva quasi vera. Bianca, bianca comm o marmo.
"Signò, state ascetata pure vuje."
Ma che vo' capì nu spirit, io tengo o pigion a pavà.
"Eh, e chi me fa ddurmì a me." Manco un fantasma. Poi la guardai "Ma che facite a chest'ora?"
"Chiagn"
"Uhhh nu chiagnite, signora mia." Sapiss che teng a fà!
La donna si dondolò sulla corda comm a na criatura.
"Ma che facite co cheste prete 'mmano?"
"Sto cercann o corp mio."
A me quasi venne da ridere. "Signora mia bella, ma o' corpo vuostro mai po' addiventà preta."
"Uh, sì invece." Mi disse, e mi raccontò la sua storia. "O' Principe, me facette addiventà preta. Io nient sapev. Isse faticava tutte e journe dint a na stanza, sempre. Io di fuori alla porta vedevo luci e furmine. Ij me mettev paura, ma vulev sapé che faceva là dinto. Nu journo, venette o' Principe e me facette "Vien, te facc vedé che ce sta dint a stanza mia." Ma mai putev sapè che faceva o Principe."
Fece cadere un'altra pietra, ma la sentimmo solo io e lei.
"Comm a nu demonio era, o' Principe. Ij, che ero viva, giovane, me facette diventà preta. Comme a na statua."
Immaginai il grido d'orrore scolpito nei suoi occhi fermi e l'anima che si sbatteva nel marmo freddo. Comme dicette o' spirito, l'incantesimo fallì. Dall'oucchie spaventate da' figliola, il marmo si crepò e se facette e mille piezz. L'anema, nuda, lasciò il bel corpo che mai sarebbe invecchiato, piangendo per ritrovare le sue ossa di pietra che al principe di Sansevero non servivano più.
Giseppe Lauriello è nato ad Ogliastro Cilento in provincia di Salerno. Primario pneumologo, ora in pensione, presso l’Ospedale “G. Da Procida” del capoluogo. Ha coltivato da sempre l’interesse per tematiche storico - mediche, pubblicando numerose disamine su riviste mediche letterarie. La presenza a Salerno, dove vive da tempo, lo ha spinto tra l’altro ad approfondire alcuni aspetti relativi alla storia della celebre Scuola ippocratica con riflessioni e ricerche conseguite in periodici culturali ed esposte in Convegni Scientifici. Relative a questo settore due sue monografie: La patologia respiratorianel dottrinario della Scuola Medica diSalernoe istruzioni per ilmedico, un manoscritto salernitano del XII secolo, pubblicato a cura del Centro studi e documentazione della Scuola MedicaSalernitana. Giuseppe Lauriello scrive da sempre anche eccellenti poesie che appaiono su autorevoli periodici e antologie letterarie.
“Nei momenti di ordinario avvilimento a volte basta osservare un ciuffo di viole, che spuntano timide ed esitanti, per ritornare con la mente agli anni passati, quelli della gioventù, in ambienti naturali – nello specifico l’alto Calore- dove era bello adagiarsi sui prati e sognare ad occhi aperti.” Dice lui stesso riferendosi agli spunti della sua poesia.