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Sabato11 e domenica 12, il secondo appuntamento di “Che Comico” 2023/2024, al Ridotto di Salerno

alessandro bolideDopo Salvatore Gisonna, il primo incontro della rassegna di Che Comico 23/24 al Ridotto di Salerno, è stata la volta di Alessandro Bolide, che dal Tempio della risata mancava da un bel po'.

Sì, lui, il ragazzone della porta accanto, con il suo slogan, "Che ce ne fotte", che tanto è piaciuto e piace tutt'ora. Faccia furbetta, sorriso spontaneo e mantra che fregia la sua maglietta, ecco l’inizio del crescente monologo di circa due ore. Ad andare sotto tiro è la famiglia, quella di origine e quella matrimoniale, per subire la sua bonaria cattiveria dei vizi e delle virtù dei vari componenti.

Per la madre, Alessandro ha un affetto particolare, nella casa natia è stato fino a 38 anni, prima di lanciarsi nella vita matrimoniale e le sue tante premure sono nostalgicamente, ora, desiderate invano. All'inizio ha trovato difficoltà, la mamma a denunciare la sua professione, per lei il figlio ‘attore’ non era qualcosa di cui vantarsi, come lo era per il primogenito ingegnere, ma poi aggiungeva, mestamente che nonostante la laurea ' nun tene fatica', invece “Alessandro ha avuto, successo, sta in televisione”

Quando dichiarò al padre, la sua decisione di fare l'attore, interrompendo gli studi universitari, questi non lo prese in considerazione e lo condusse dallo psicologo, ma il risultato fu che il padre considerò il professionista più pazzo di suo figlio e stette alla sua decisione. Per la suocera “la gnora” ha un affetto, si fa per dire, particolare, spaventato per come diventerà sua moglie, in seguito. La donna della sua vita, che appena sposati, ha subito una trasformazione da come si presentava prima del matrimonio, insomma a rimpiangere è sempre “mammà” che lo accontentava in tutte le più impensabili necessità. Entrano nel suo monologo tanti personaggi dello spettacolo, della politica e semplici modi di fare dei napoletani, così diversi da tutto il resto dell’Italia. Sfilano, così, De luca, il governatore della Campania, l’ex sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino ed Antonio Bassolino, ma anche Berlusconi, Ilary Blasi e Francesco Totti, Fassino, i virologi, la nostra vita durante il lockdown, la dad dei nostri figli, i vaccini, la benzina in aumento, la guerra, il clima, il piano di evacuazione, Giulietta e Romeo versione napoletana, così come i marziani dovessero trovarsi a Piazza Garibaldi, usciti dalla navicella spaziale. Un monologo esilarante, scritto ed assemblato con grande maestria da sé, ma è “che ce ne fotte” a sottolineare che si può vivere bene anche senza i tanti orpelli della vita quotidiana.

La sua storia artistica risale agli anni scolastici, quando faceva divertire compagni e professori con le sue performance, testando l’indice di gradimento, fino a giungere a considerare di fare l’attore come stabile lavoro. Molto ha influito, nella sua scelta definitiva, la famiglia “Tortora”, una dinastia importante per il cabaret che conta, offrendogli la possibilità di esibirsi nelle manifestazioni più prestigiose del salernitano.

La consacrazione di comico televisivo, Bolide, l’ha ottenuto all’interno del citato spettacolo “Made in sud”, registrato al teatro “Tam” di Napoli e trasmesso in prima serata su Rai 2. Sempre grazie a questo spettacolo, è stato scelto da Carlo Vanzina per affiancare Raul Bova, nella parte del tassista, nel film “Ti presento un amico”. In seguito è lo stesso Bova ad offrirgli di partecipare alla fiction “Come un delfino”, da lui prodotta. Ha partecipato allo sceneggiato, su canale cinque, dal titolo “Pupetta Maresca”, con la partecipazione di Manuela Arcuri e per la Sperling Kupfer Edizioni ha scritto un libro, con discreto successo di vendita, dal titolo, che altro se no, “Ma che ce ne fotte”.

Due ore di spettacolo di grande godibilità, con la risata spontanea che viene facile, perché lui sa porgere e dialogare, con disinvoltura. Prima di lasciare il Ridotto, Alessandro Bolide regala ai presenti tre barzellette molto divertenti

Maria Serritiello