- Categoria: Lapilli Salerno
- Scritto da Maria Serritiello
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Al Caffè dell'artista di Salerno nel centenario della nascita di Don Milani "I CARE: la trasversalità del prendersi cura nella relazione educativa"
Il 2023 si rivelato un anno ricco di centenari da commemorare. Al Caffè dell'artista di Salerno, lunedì 13 Novembre, la Prof.ssa Antonietta D'Episcopo, ha ricordato la figura di Don Lorenzo Milani, a cent'anni dalla sua nascita, con un'interessante, quanto completa conversazione
In sintesi il suo intervento
Sono convinta che il modo migliore per commemorare Don Milani sia quello d’individuare gli elementi di attualità derivanti dall’ espressione I CARE, m’interessa, per te ci sono, sono al tuo fianco, puoi contare su di me, che assunta come bussola di orientamento, implica responsabilità e coerenza nell’azione quotidiana dell’insegnante, caratterizzandone lo stile, l’approccio didattico e comunicativo. Dalla scuola dell’infanzia all’Università la mediazione culturale si basa su una intenzionale azione di cura, sul farsi carico della totalità della persona, di tutte le sue dimensioni, potenzialità, bisogni materiali e non materiali per fare acquisire un bagaglio di competenze, che si avvicini sempre più al saper fare, al saper pensare con la propria testa, al saper essere.
Fare scuola significa svolgere un compito civile di altissimo valore: insegnare a non obbedire acriticamente, a passare da “curvàti ad alzati” perché solo insieme, in piedi, si può incominciare a trasformare il mondo trasformando noi stessi.
Ogni realtà scolastica, per evitare di diventare uno strumento di differenziazione sempre più irrimediabile, “un ospedale che cura i sani e respinge i malati”, dovrebbe essere concepita come un laboratorio permanente di ricerca e di creatività animato da una relazione educativa, in cui i saperi vengano utilizzati come strumenti di umanizzazione attraverso l’intreccio tra alfabetizzazione strumentale ed esistenziale.
Il prendersi cura, di fatto, acquista e trasmette senso attraverso la coerenza delle modalità operative messe in atto, come dimostra la scrittura collettiva promossa da Don Milani per alimentare il confronto democratico, la condivisione e la corresponsabilità attraverso l’esercizio del pensiero critico ed un costante allenamento al saper discernere.
A Barbiana i ragazzi potevano leggere tutti i giorni due giornali, uno di destra ed uno di sinistra, per confrontare punti di vista differenti, esercitare il senso critico ed esprimere la loro personale opinione. Ciò che caratterizza l’azione educativa di don Milani è l’autogestione pedagogica degli apprendimenti e la capacità di auto-correggersi. L'insegnante è un regista che favorisce la discussione, lo scambio, la riflessione individuale e collettiva.
Conoscere e saper utilizzare le parole, il loro significato, e la loro potenzialità comunicativa, è la strada maestra, che conduce alla libertà, permettendo, attraverso il principio costituzionale del diritto alle pari opportunità, e la visione evangelica della vita, il superamento dell’idea imprigionante di destino.
Solo attraverso una significativa esperienza scolastica le tante Barbiana ancora esistenti, gli emarginati, gli oppressi, gli ultimi, avranno la possibilità di emanciparsi, di diventare protagonisti, di esprimere pienamente la propria sovranità con spirito solidale e volontà di partecipazione attiva alla costruzione e difesa del bene comune, restituendo loro il futuro, di cui continuano ad essere derubati.
Maria Seritiello