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Cara Zaha Adid, Salerno ti amerà per sempre

LAPILLI zaha1Ci sono esseri che, più di altri, consentono ai loro simili di intuire l'eterno, di vivere quell’ emozione che possono dare i sogni, quando l’animo è predisposto, in modo assoluto, a fruire di eternità, di spiritualità e di bellezza allo stato puro. Si resta incantati dell'ardire umano, consapevoli, comunque, che si tratta di audacia applicata a geometrie pure, eccezionali e fantastiche, godibili e piacevoli e sebbene umane, sfiorano il materico e l’aereo allo stesso tempo. Uno di questi esseri particolari è stata Zaha Adid, 31 ottobre 1950, Baghdad, Iraq, 31 marzo 2016, Miami, Florida, Stati Uniti, l’architetto donna più famosa nel mondo.

Il 25 aprile a Salerno per l’inaugurazione della stazione marittima, ultima sua opera, la sensazione di partecipare ad una scintilla di creato, si è provata.  La vista che si spalanca, al di là delle vetrate e che abbracciano ogni parte della struttura, è spettacolare. Ed eccola la stazione marittima di Salerno, un carapace vetroso che copre la sua forma, una tartaruga marina che di volta in volta si fa ostrica in perlustrazione o delfino curioso sul paesaggio, sicché il pensiero spontaneamente vola tra i flutti e va alle remote spiagge o alle ardite roccaforti dei monti circostanti o ancora alla ricerca di equilibri lontani, di colorati paesaggi luccicanti delle luminose costiere. E si giustificano i voli degli uccelli e il cuore fa pace con il mondo mentre la mente si estranea dal corpo e vive altrove, nei monti boscosi o nelle marine d'argento coperte. Come ha fatto Zaha a pensare tutto questo? Pura professionalità o poesia architettonica? Anche, ma ha dato corpo e sostanza ad un sogno che personalità forte ha consentito lo realizzasse. Non l'ha visto compiuto il suo gioiello, dinanzi ad una città in un sano delirio e non credo le manchi questo giorno inaugurale, l’opera se l’è portata con sé, dopo averla immaginata in ogni suo dettaglio con la precisione del genio. E non dovesse essere così la vedrà, come può e come sa. Grazie Zaha!

Maria Serritiello