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Martedì 16 gennaio, alle ore 18, presso l'Oratorio dell'Arciconfraternita SS. Annunziata - SS. Rosario di Vietri sul Mare, via S. Giovanni 13, la Congrega letteraria presenta il libro "Uomini, barche e cantieri del Golfo di Salerno”, di Claudia Bonasi e Antonio Dura", edito da Puracultura, che sarà preceduto da un documentario sullo stesso tema. All’incontro prenderanno parte, oltre agli autori, il sindaco di Vietri sul Mare, Francesco Benincasa, l’assessore alla Cultura Giovanni De Simone e il professore Antonio Gazia, ideatore della Congrega. La presentazione è coordinata dal giornalista Aniello Palumbo. Ingresso gratuito.
Per due sere consecutive e precisamente il 13 e 14 febbraio, il Teatro Ridotto di Salerno, direttore Gianluca Tortora, ha ospitato Gennaro De Rosa, il vincitore del Premio Charlot 2015, la rassegna della comicità più importante d’Italia.
Prima dell’inizio della sua performance, in camerino, gli chiedo di conoscerlo più da vicino (n.d.r.) e lui molto amabilmente accetta. Mi bastano poche battute per individuare in lui la dote naturale della comunicazione, che non è solo mestiere. Semplice, spontaneo, un sorriso quasi ingenuo su di un volto rassicurante, è il classico bravo ragazzo della porta accanto. Ogni tanto gli passa una punta di malizia sul viso, ma è lo scugnizzo che si fa spazio. Magro, occhi neri, capelli tagliati corti ed un leggero strato di barba spalmato sul viso, non si riesce, in lui, ad immaginare il fanciullo di 86 Kg della sua infanzia, eppure, lo è stato, con una dose massiccia di comicità, grazie alla quale oggi è un cabarettista che si sta facendo strada. Dalla sua ha l’umiltà di chi vuole migliorarsi, ha partecipato, infatti a due laboratori, a Napoli ed a Bari, studia i personaggi e le gag con cura, osservando la sua città, Napoli, una fonte inesauribile di umorismo. E’ un buon monologhista, non tira quasi il fiato, il suo spettacolo “Le cose non stanno bene” è un grosso calderone di barzellette, battute sulla famiglia, sui giovani, sulla crisi, sui soldi che sono sempre pochi, sulle cose che un tempo andavano in un modo ed oggi non più così, sulla fidanzata, prima e moglie, dopo, un repertorio che coglie ogni spettatore. Gennaro De Rosa ha anche una bella voce, infatti inizia lo spettacolo cantando “Sambaccussi” del grande Pino Daniele, per dare un certo taglio a tutta la sua esibizione, perché poi sceglie brani di Carosone “O russo e a rossa”, facendo cantare anche il pubblico e “O sarracino”, per continuare con “E allora” di Armando Gill, portato al successo dall’ indimenticato Roberto Murolo, una selezione, la sua, ispirata alla sapiente classicità napoletana. Non è stato sempre un solista, Gennaro De Rosa, infatti ha fatto parte del trio comico “I tre per tre”, esibendosi con loro, in estate, a Paestum, quando il Premio Charlot si era trasferito nella zona dei templi. Ancora non si dedica totalmente allo spettacolo, tutti i giorni per lavoro è rappresentante di detersivi, si augura di poter calcare il palcoscenico, se il successo lo arride. Ha 35 anni, diploma liceo scientifico, è sposato ed ha due belle bambine di 3 e 6 anni. Si scrive da solo i testi dei suoi monologhi, ogni volta che ne sente l’impulso, non legge molto, ma ascolta e partecipa al dibattito politico ed ama i grandi comici, da Totò a Troisi. Gli chiedo quale sia stato il consiglio più utile ricevuto “E luvà mano” (di desistere), mi risponde divertito ed autoironico, ma è ovvio che io la pensi al contrario, se una semplice sua battuta mi rallegra tanto.