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Torna il Capitano Giulio Mariani, e lo fa in grande stile
L’investigatore dell’Arma, protagonista dei romanzi scaturiti dalla penna del giornalista Giovanni Taranto, si presenta all’appuntamento pre-estivo con un’indagine nuova di zecca: “Requiem sull’ottava nota”.
Il nuovo giallo, che promette di bissare e superare il successo di “La fiamma spezzata”, è in tutte le librerie dal 17 giugno, e sta mietendo tantissimi “click” di prenotazione sulle piattaforme on line.
Già a pochissimi giorni dall’uscita ufficiale, il nuovo titolo è stato protagonista di presentazioni in tutta Italia, esordendo al Festival del Giornalismo organizzato da Leali delle Notizie, in Friuli.
La Avagliano Editore, con la pubblicazione del secondo “noir” del cronista campano, conferma di aver dato l’avvio alla serialità delle avventure dell’investigatore romano inviato al comando di una Compagnia della Benemerita ai piedi del Vesuvio.
Le due storie, pur essendo legate dalla presenza degli stessi protagonisti principali, sono perfettamente fruibili in maniera indipendente.
Dopo il cold-case che lo ha visto protagonista nel 2021 per risolvere il mistero della strana morte di un giovane Carabiniere, con “Requiem sull’ottava nota”, Mariani si troverà a dover fare i conti con racket, droga, omicidi e guerre fra cosche. Il tutto reso più complicato e intrigante da una serie di pizzini anonimi apparentemente incomprensibili. Sullo sfondo, la vita di caserma, le tradizioni pasquali, il folclore e la filosofia del Vesuviano.
Un libro, questo secondo giallo di Taranto, che può aprire gli occhi ai lettori su come i clan operino, su come le mafie gestiscano i propri affari, su cosa sia la “mafiosità” e come rischi di influire sulla vita di migliaia di giovani e giovanissimi, costretti, fin da bambini, a vivere immersi nella controcultura camorristica.
Questo romanzo, ha scritto nella prefazione Franco Roberti, Procuratore Nazionale Antimafia dal 2013 al 2017 è fondamentale “…per comprendere le cause storiche, economiche e sociali che hanno reso la camorra parte integrante del tessuto sociale Vesuviano, di Napoli e della sua area metropolitana”.
Quello di Giovanni Taranto, spiega ancora il magistrato, è “…un modo nuovo di raccontare la lotta per la legalità e la giustizia, guardandola in faccia, dall’interno. Fuori dal paralizzante giudizio sui mali di Napoli e della sua area metropolitana, che oscilla da sempre tra rassegnazione autoassolutoria all’ineluttabilità della camorra e ottimismo consolatorio di chi spera che, prima o poi, il bene prevarrà sul male. Qui si intravede una via di uscita”.
Intrigante la trama di questa nuova avventura del Capitano Mariani, ambientata negli anni ‘90, pochi mesi dopo gli avvenimenti narrati ne “La fiamma spezzata”.
In “Requiem sull’ottava nota” troviamo il nostro ufficiale alle prese con camorra, mafia, estorsioni, droga e microcriminalità. Pochi spiragli per la vita familiare. Pasqua è vicina. L’attività del racket si intensifica. Uno showroom viene devastato per costringere il titolare a pagare il pizzo. Gli scontri fra cosche per il controllo dello spaccio si inaspriscono. Un sedicenne, usato come sentinella da una delle “famiglie” rivali, rimane ferito gravemente in un raid. Mariani indaga, affiancato dal Nucleo Operativo, dalla Pm napoletana Clara Di Fiore, e dall’amico Gianluigi Alfano, nerista. Ai due casi si intrecciano omicidi irrisolti e nuovi scontri a fuoco. Ma un mistero complica le indagini. Mariani riceve dei messaggi anonimi, inizialmente indecifrabili. Il mittente sembra voler indicare ai Carabinieri i responsabili di episodi estorsivi, traffici di stupefacenti, boss e killer delle fazioni in guerra. C’è da fidarsi? Chi c’è dietro quelle soffiate? Qual è il suo vero interesse? Al capitano Mariani, l’onere di decifrare le criptiche indicazioni dell’enigmatico informatore e trovare prove concrete che le confermino. Per farlo, dovrà scavare nel ventre della città vecchia e confrontarsi con personaggi particolari, spesso inquietanti. Il tutto tentando di strappare il minorenne ferito e il suo fratellino a un destino segnato, al soldo della camorra.
Giovanni Taranto, pur essendo nato a Vico Equense, vive da sempre a Torre Annunziata. È giornalista specializzato in cronaca nera, giudiziaria, investigativa. Sue, alcune delle più importanti inchieste sulla camorra del Napoletano. Dal 2019 al 2021 ha presieduto l’Osservatorio permanente per la legalità oplontino, il cosiddetto “Osservatorio anticamorra”. È stato tra i fondatori di Metropolis Network, dal 1995 al 2013 una delle realtà di punta del giornalismo in Campania. Come direttore di Metropolis TV, realizzando programmi con magistratura e associazioni antiracket, ha contribuito a svelare molti retroscena del crimine organizzato e della mafia del Vesuvio. Oggi è condirettore di «Social News», house organ di Auxilia Onlus, e tiene seminari di giornalismo in diversi atenei. Cintura nera 7° Dan di Taekwondo e 4° Dan di Hapkido (European Hapkido Federation), è Grand Master Unitam/Song Moo Kwan. Insegna arti marziali nella scuola pubblica, per l’autodifesa femminile e per il recupero dei minori a rischio. È un operativo del Gruppo di Fatto della sezione di Pompei dell’Associazione Nazionale Carabinieri.