- Categoria: Attualità
- Scritto da Rossella Saluzzo
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Ettore Diana Campione del mondo con il suo cocktail Esse Emme
Tra happy hour, aperitivi e bevute tra amici, c’è sempre il tempo per un cocktail. La scelta ricade tra pre dinner, after dinner, long drink e any time. E dal 2012 si annovera, tra i drink più famosi, anche Esse Emme (le iniziali di Sandro Morari, esponente nel collegio dei Probiviri dell’AIBES - Associazione italiana barman e sostenitori, n.d.a.) di Ettore Diana che ha utilizzato un liquore speciale, il Parfait Amour (al gusto dei petali di rose e viole), con cui ha vinto il Campionato Mondiale a Pechino nell’ottobre di tre anni fa, utilizzando, tra l’altro, bucce di arance e violette dal colore fucsia.
Tra i cocktail più famosi al mondo come non ricordare l’Alexander (brandy con crema di cacao scura e crema di latte, creato a Londra nel 1922 da Henry Mc Elhone), o il Negroni (vermut rosso, bitter Campari e gin, fu ideato a Firenze nel 1919-20 dal conte Camillo Negroni). Sempre attuale è il Cuba Libre (rum bianco e cola, nacque tra il 1900 e il 1902 a L'Avana, durante la Guerra ispano-americana), il Flaming Lamborghini (Sambuca, Kahlua, Baileys e Curaçao), e ancora il Mojito (di origine cubana composto da rum, zucchero di canna bianco, succo di lime, foglie di menta e acqua gassata). Poi, c’è il Martini o Martini Dry (un pre-dinner a base di gin e vermut dry), il Margarita (messicano a base di tequila), il Bloody Mary (vodka, succo di pomodoro e spezie piccanti od aromi come la salsa Worcestershire, il tabasco, il consommé, il sedano, il sale, il pepe nero, il pepe di Caienna e il succo di limone), il Cosmopolitan dove la vodka è l’ingrediente principale, come il whisky per il Manhattan e rum, curaçao e succo di limeper il Mai Tai, associato alla cultura Polinesiana. E ancora la sangria, (vino, spezie e frutta, originaria della Penisola iberica).
Diana è anche l’uomo dei Guinness dei primati. Ne ha vinti cinque rispettivamente con: il cocktail più grande del mondo (3.000 litri tra vodka, succo d'arancia e altri ingredienti), il caffè con 6.400 tazzine, il tè (2.000 litri), il cappuccino (1.500 litri) e infine la tisana (2.100 litri).
Ettore Diana ha annunciato già da tempo che non parteciperà a nessuna altra gara perché si impegnerà nella divulgazione tra i giovani della professione del barman. Vorrebbe incontrare i ragazzi degli Istituti Alberghieri, trasmettere loro l’entusiasmo e infondere amore e perseveranza in questa professione.
<<I giovani sono il futuro e quindi mi piacerebbe ascoltarli e diffondere la cultura del bere sano e del bere consapevole>> ha dichiarato chi di drink se ne intende e ha offerto recentemente la sua esperienza al Family Village di San Sebastiano al Vesuvio.
La ricetta, quindi, per un buon drink è di gustarlo con moderazione, così da poter assaporare, senza eccessi, un piacevole momento di relax.
Rossella Saluzzo