- Scritto da Antonella Fusco
- Categoria: Attualità
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“RIFLESSIONE CONCRETEZZA E SPERANZA”
“La passione per Napoli. I discorsi alla Città e il magistero sociale del Cardinale Crescenzio Sepe”: il convegno che l'UCSI Campania, presieduta da Giuseppe Blasi e la Diocesi di Napoli hanno promosso in occasione della festa onomastica del Card. Crescenzio Sepe, Arcivescovo Metropolita di Napoli. L'incontro, svoltosi nella chiesa Donnaregina Vecchia, presso il Museo Diocesano di Napoli, e moderato da Marco Demarco,editorialista del Corriere della Sera, ha visto il pregevole contributo di don Tonino Palmese, assistente ecclesiastico dell’UCSI Campania e vicario episcopale per il settore della Carità, Giustizia e Pace della Diocesi di Napoli, di Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia e del filosofo Aldo Masullo. Dialogo arricchente, che ha messo in evidenza il valore della riflessione quando si concretizza, fino a divenire luminosa speranza. Considerazioni sulle quali si è soffermato, con quella chiarezza espositiva dovuta ad una limpidezza di pensiero e di coscienza, Aldo Masullo. Lo sguardo sui punti di debolezza della società partenopea, simbolo di una società che palesa malessere, evidenzia,come sottolineato da Masullo, la mancanza della capacità di fermarsi per riflettere. “Le vere domande si fanno a se stessi”, afferma il filosofo. Il pensiero diviene costruttivo, apportatore di cambiamenti reali, nella misura in cui si sofferma per vedere l'obiettivo. La riflessione deve coniugare ragione e coscienza, senza la quale non c'è azione vera e rispettosa della dignità umana. “La derrata più preziosa”, Masullo ricorda Antonio Genovesi, si sta perdendo e qui si riferisce proprio alle giovani generazioni. “Cosa insegnare, quale meta seguire”, ecco l'importanza, di una società dialogante, di confronto concreto, in cui ognuno sia coerente con il proprio ruolo e le proprie idee. Dialogo che non deve perdere la sua essenza:la volontà di fare, sottolinea il Cardinale. Anche il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti insiste:“occorre fare squadra, bisogna che ci sia una presa di coscienza da parte di tutti, perché tutti siamo responsabili”. Corresponsabilità che il Card. Crescenzio Sepe, ha avvertito e vissuto: la diagnosi del tessuto sociale non si è fermata a mera constatazione, ma si è tramutata in una riflessione concreta con quello sguardo interiore proiettato verso l'altro. Le periferie di cui parla il Cardinale, non sono da intendersi in senso urbanistico, ma in senso soprattutto morale. Non bisogna, inoltre, sottovalutare l'aspetto costruttivo della cultura È il volto dignitoso di una società. La cultura è progettualità e dal fare nasce la speranza. La speranza, evidenzia Aldo Masullo, è concretezza. Non è affidarsi al fortuito, ma è assumere verso il divenire responsabilità. “Dare concretezza alle parole vuol dire agire. Altrimenti c'è il vuoto”. Perché l'azione sia efficace occorre anche disciplina che sappia orientare verso il pieno rispetto della persona. Il prof. Masullo, nel ricorrere all'immagine della samaritana (Gv 4,1-26) che porta la brocca, afferma l'importanza del saper portare la brocca, non è facile, può cadere. “Bisogna darsi, allora, una disciplina”. Disciplina rappresentata dal principio di responsabilità personale, che porti il proprio “io” ad aprirsi al “tu” fino a crescere nel “noi”.
Antonella Fusco