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Card. Bagnasco, alle istituzioni: lavoriamo insieme; ai giovani: non lasciate che qualcuno uccida la speranza dei vostri cuori
“Noi vogliamo e dobbiamo esserci per ascoltare le voci delle nostre popolazioni, dei giovani, delle famiglie e darne eco”. Così il Cardinale Bagnasco in omelia, nel corso della Celebrazione Eucaristica che ha presieduto stamattina alle ore 8,30 nella Basilica di San Francesco di Paola, aprendo così la seconda giornata di lavori del convegno “Chiesa e lavoro. Quale futuro per i giovani nel Sud?”.
“Un onore per me essere qui per questo significativo appuntamento – ha esordito Bagnasco – come vescovi siamo coscienti di non poter risolvere un problema più grande di noi e che competono autorità politiche e amministrative, mondo imprenditoriale, burocrazia, ma siamo anche coscienti del nostro compito di stare vicini alla gente nella sua vita come Gesù ci ha insegnato e il Santo Padre sollecita continuamente”.
Il presidente della Cei ha detto che i vescovi devono “condividere i pesi, infondere speranza, alimentare coraggio e intraprendenza affinché nessuno, qualunque età abbia, si arrenda e rimanga ai bordi della vita” e aggiunge: “ a volte vorremmo avere il potere taumaturgico di Gesù”.
Per Bagnasco è importante “in un mondo conflittuale e individualista come il nostro, promuovere la cultura della collaborazione, del rispetto e del reciproco sostegno” aderendo al passo della Genesi in cui sta scritto “non è bene che l’uomo sia solo” e tenendo conto che “Dio non è solitario, è comunione e noi veniamo inesorabilmente da lì”. Partendo poi dal Vangelo del giorno, il Cardinale ha affrontato il tema del maligno, che “mira a dividerci anche dall’interno di noi stessi creando smarrimento, confusione, sfiducia e angoscia, fino a porre in questione la nostra stessa dignità di persone, il senso della nostra vita, la stima di noi stessi, la fiducia nelle nostre possibilità”. Il presidente della Cei ha portato anche il saluto e la vicinanza di tutti i vescovi italiani “nella comune preoccupazione per una questione che riveste gravità e urgenze crescenti”.
Il compito della Chiesa, spiega Bagnasco, è affiancare le istituzioni le quali “hanno gravi e grandi responsabilità, ma senza questa rete di popolo operoso nulla potranno fare”. Il concetto di ‘popolo operoso’ ritorna anche nella conclusione dell’omelia di Bagnasco che ha sottolineato come esso “nella storia ha condotto su strade di coraggio, di fiducia, di giustizia e di pace. E se esiste qualcuno che, per ragioni di vita, è maggiormente capace di questo, ha più energia, forza e intraprendenza ed entusiasmo sono i giovani”. E nello spirito del convegno delle Chiese del Sud, ai giovani presenti ha detto: “Non lasciate che qualcuno uccida la speranza dei vostri cuori. Il lavoro dà dignità all’uomo, ma anche la dignità umana riscatta il lavoro”.