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dall'Europa

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Ricollocazione e reinsediamento: Serve un maggiore e prolungato impegno in termini di ricollocazione e reinsediamento

LAPILLI LOGO Comm. EU ottobre 2013 250Bruxelles, 15 giugno 2016. Oggi la Commissione ha adottato l'ultima relazione sui progressi compiuti per quanto riguarda i meccanismi di ricollocazione e di reinsediamento d'emergenza, valutando le azioni intraprese nell'ultimo mese.

Oggi la Commissione ha adottato l'ultima relazione sui progressi compiuti per quanto riguarda i meccanismi di ricollocazione e di reinsediamento d'emergenza, valutando le azioni intraprese nell'ultimo mese. Dopo l'ultima relazione, gli Stati membri hanno notevolmente intensificato l'impegno per il reinsediamento nell'ambito dell'attuazione della dichiarazione UE-Turchia. Il numero delle ricollocazioni è salito a 2 280, con un ritmo quasi raddoppiato dal 18 maggio, quando è stata presentata la terza relazione della Commissione. Nonostante questi segnali positivi, i progressi sono ancora troppo lenti. Gli interventi devono essere accelerati per evitare che i migranti tornino alle rotte irregolari.

Dimitris Avramopoulos, Commissario europeo per la Migrazione, gli affari interni e la cittadinanza, ha dichiarato: "Con la diminuzione del numero di arrivi in Grecia, ora l'obiettivo prioritario è aumentare e accelerare considerevolmente le ricollocazioni. Ma non possiamo neanche dimenticare l'Italia, che deve far fronte all'aumento stagionale degli arrivi. È un obbligo umanitario. Al tempo stesso, mi congratulo con gli Stati membri per l'impegno profuso negli ultimi mesi per reinsediare i rifugiati siriani provenienti dalla Turchia. I progressi compiuti nello smantellare realmente il modello operativo dei trafficanti saranno sostenibili solo se si aprirà effettivamente un canale sicuro e legale per i richiedenti asilo."

Reinsediamento

Il numero di reinsediamenti dalla Turchia in base alla dichiarazione UE-Turchia è in costante aumento e dovrebbe registrare un'ulteriore crescita nei prossimi mesi, man mano che gli Stati membri completeranno le valutazioni dei casi ad essi attribuiti dalla Turchia attraverso l'UNHCR. Dal 4 aprile 2016 sono stati reinsediati dalla Turchia nell'UE 511 siriani, di cui 330 dopo l'ultima relazione, e il numero degli Stati membri che partecipano attivamente al programma è aumentato. Dopo l'ultima relazione sui progressi compiuti, oltre a Finlandia, Germania, Lituania, Paesi Bassi e Svezia sono stati effettuati reinsediamenti anche in Italia, Lussemburgo e Portogallo.

In base alle informazioni ricevute dagli Stati partecipanti sono state reinsediate entro il 10 giugno 2016, nel quadro del programma di reinsediamento del 20 luglio 2015, 7 272 persone provenienti prevalentemente da Turchia, Libano e Giordania. Queste persone sono state accolte da 19 Stati di reinsediamento (Austria, Belgio, Repubblica ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Islanda, Irlanda, Italia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Svezia, Svizzera e Regno Unito).

Ricollocazione

Durante il periodo oggetto della relazione, cioè dal 13 maggio al 14 giugno, il numero di reinsediamenti è aumentato e sono state ricollocate altre 780 persone, quasi il doppio rispetto al periodo precedente. Il numero di persone ricollocate entro il 14 giugno sale quindi a 2 280 (1 503 dalla Grecia e 777 dall'Italia). Nonostante questo dato positivo, si è ancora molto lontani dall'obiettivo fissato dalla Commissione di ricollocare 6 000 persone al mese. Gli Stati membri sono ben lungi dal rispettare i propri impegni a norma delle decisioni del Consiglio sulla ricollocazione. Attualmente, la media mensile di ricollocazioni dalla Grecia è di 260-300 persone. Inoltre, l'aumento delle ricollocazioni è dovuto in gran parte ai maggiori sforzi profusi dagli Stati membri che erano già i più attivi nell'ambito del programma di ricollocazione.

In Italia, il numero di trasferimenti di ricollocazione e di impegni rimane particolarmente basso a causa del sempre maggior afflusso di potenziali candidati alla ricollocazione nel paese.

In Grecia, circa 49 000 richiedenti asilo e migranti attendono, nelle strutture ufficiali di accoglienza temporanea sul continente, di essere registrati e che il loro caso sia esaminato. L'8 giugno il servizio greco per l'asilo ha avviato, con il sostegno finanziario della Commissione e il supporto in loco dell'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (EASO) e dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), un'operazione di pre-registrazione di vasta portata che interesserà 1 400 persone al giorno, in modo da accelerare l'identificazione dei candidati alla ricollocazione e il trattamento completo del loro dossier. Nei mesi a venire sarà pronto per la ricollocazione un gran numero di richiedenti asilo supplementari (si stima che il 60-65% delle persone pre-registrate abbia una delle nazionalità ammissibili alla ricollocazione).

Nella relazione odierna la Commissione prende atto dell'impegno profuso da alcuni Stati membri e invita tutti a prevedere una programmazione efficace per aumentare gli impegni e i trasferimenti di ricollocazione nei prossimi sei mesi. Anche ridurre i tempi di risposta alle richieste di ricollocazione è un elemento essenziale per attuare con successo il programma di ricollocazione. I controlli di sicurezza continuano ad allungare notevolmente i tempi di risposta, che a volte superano il termine di due mesi fissato nella decisione del Consiglio. La Commissione invita inoltre tutti i soggetti interessati a intensificare la ricollocazione delle persone vulnerabili, in particolare i minori non accompagnati.

Contesto

Con il meccanismo temporaneo di ricollocazione di emergenza, istituito da due decisioni del Consiglio del settembre 2015, gli Stati membri si sono impegnati a ricollocare 160 000 persone dall'Italia e dalla Grecia (ed eventualmente da altri Stati membri) entro settembre 2017.

L'8 giugno 2015 la Commissione ha adottato una proposta su un programma europeo di reinsediamento, in seguito alla quale gli Stati membri hanno convenuto il 20 luglio 2015 di reinsediare 22 504 persone con un evidente bisogno di protezione internazionale, in linea con le cifre presentate dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR).

A seguito del vertice dei leader dell'UE con la Turchia del 29 novembre 2015, è stato adottato il piano d'azione UE-Turchia. Il programma volontario di ammissione proposto dalla Commissione il 15 dicembre 2015 è un elemento fondamentale del piano, volto ad aiutare la Turchia a gestire i rifugiati e a offrire un canale sicuro e legale alle persone bisognose di protezione.

Il Consiglio europeo del 7 marzo ha sollecitato un'accelerazione nell'attuazione della ricollocazione per alleviare la situazione umanitaria in Grecia. La relazione odierna risponde alle conclusioni del Consiglio e all'impegno assunto dalla Commissione nella tabella di marcia "Ritorno a Schengen".

La dichiarazione UE-Turchia del 18 marzo 2016 prevede che, per ogni siriano rinviato dalla Turchia dalle isole greche, un altro siriano sia ricollocato dalla Turchia nell'UE. Questo principio si applica dal 4 aprile 2016. La priorità è data ai migranti che non sono entrati o non hanno cercato di entrare irregolarmente nell'UE in precedenza.

In seguito alla dichiarazione UE-Turchia, il 21 marzo la Commissione ha adottato una proposta il cui scopo è mettere a disposizione 54 000 posti non ancora assegnati sui 160 000 previsti per le ricollocazioni ai fini del reinsediamento nell'UE dei siriani provenienti dalla Turchia.

Il 16 marzo la Commissione ha adottato la prima relazione su ricollocazione e reinsediamento. La seconda e la terza relazione sono state adottate rispettivamente il 12 aprile e il 18 maggio.

Per ulteriori informazioni

Comunicazione della Commissione: Quarta relazione su ricollocazione e reinsediamento

Allegato: Ricollocazioni dalla Grecia entro il 14 giugno

Allegato: Ricollocazioni dall'Italia entro il 14 giugno

Allegato: Situazione dei reinsediamenti al 10 giugno

SCHEDA INFORMATIVA — Ricollocazione e reinsediamento — Situazione attuale

SCHEDA INFORMATIVA: Gestire la crisi dei rifugiati: Sostegno finanziario dell'UE alla Grecia

Agenda europea sulla migrazione

Decisione del Consiglio sulla ricollocazione di 40 000 persone dall'Italia e dalla Grecia

Decisione del Consiglio sulla ricollocazione di 120 000 persone dall'Italia e dalla Grecia

Conclusioni del Consiglio sul reinsediamento di 20 000 persone bisognose di protezione internazionale

Comunicato stampa Programma volontario di ammissione umanitaria gestito con la Turchia per i rifugiati provenienti dalla Siria

Raccomandazione della Commissione per un programma volontario di ammissione umanitaria gestito con la Turchia

Dichiarazione UE-Turchia del 18 marzo 2016

Proposta di decisione del Consiglio che modifica la decisione (UE) 2015/1601 del Consiglio, del 22 settembre 2015, che istituisce misure temporanee nel settore della protezione internazionale a beneficio dell'Italia e della Grecia

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Misure UE più incisive per contrastare meglio la radicalizzazione violenta

LAPILLI LOGO Comm. EU ottobre 2013 250Bruxelles, 14 giugno 2016. In attuazione dell'Agenda europea sulla sicurezza la Commissione presenta oggi ulteriori misure destinate ad assistere gli Stati membri nella prevenzione e nel contrasto della radicalizzazione che porta al terrorismo.

Il contrasto della radicalizzazione violenta che porta al terrorismo è in primo luogo responsabilità degli Stati membri e dei soggetti competenti a livello locale, regionale e nazionale, ma la radicalizzazione, come il terrorismo, non conosce confini, come si è potuto constatare con gli eventi che hanno portato agli attacchi di Parigi e Bruxelles. Per questo la Commissione europea sta definendo una serie di iniziative per sostenere gli sforzi compiuti dagli Stati membri in diversi settori di intervento; tali iniziative spaziano dalla promozione dell'istruzione inclusiva e dei valori comuni al contrasto della propaganda estremista su internet e alla radicalizzazione nelle carceri.

Frans Timmermans, primo Vicepresidente della Commissione, ha dichiarato: "I recenti attacchi terroristici hanno dimostrato come alcuni giovani europei siano facile preda di un'ideologia di morte e di distruzione che li strappa alle famiglie e agli amici e li porta a rivoltarsi contro la loro stessa società. C'è bisogno di una risposta decisa da parte della società nel suo insieme, per prevenire la radicalizzazione e rafforzare i legami che ci uniscono. L'UE dovrebbe contribuire per quanto possibile."

Con la proposta di oggi la Commissione definisce sette aree specifiche in cui le azioni mirate a livello dell'UE possono apportare un valore aggiunto.

·         Contrastare la propaganda terroristica e gli incitamenti all'odio illegali online: lavorare con il settore delle tecnologie dell'informazione per fermare la diffusione dei contenuti illegali che incitano alla violenza, sostenere lo sviluppo di argomentazioni alternative positive da parte della società civile e sviluppare l'alfabetizzazione mediatica per far sì che i giovani valutino le informazioni in modo critico.

·         Affrontare il problema della radicalizzazione nelle carceri: scambiare esperienze tra Stati membri al fine di elaborare orientamenti su meccanismi e programmi per prevenire e contrastare la radicalizzazione nelle carceri e promuovere la riabilitazione e la reintegrazione.

·         Promuovere un'istruzione inclusiva e i valori comuni dell'UE: utilizzare finanziamenti dal programma Erasmus+ per sostenere progetti volti a promuovere l'inclusione sociale, i nostri valori comuni e la comprensione interculturale.

·         Promuovere una società inclusiva, aperta e resiliente e interagire con i giovani: per esempio, la Commissione svilupperà uno strumentario destinato a chi opera a più stretto contatto con i giovani e che servirà a individuare e affrontare la radicalizzazione violenta.

·         Rafforzare la collaborazione internazionale: l'UE aiuterà i paesi terzi che si confrontano con sfide analoghe nella lotta alla radicalizzazione attraverso strategie di enforcement e approcci rispettosi dei diritti umani.

·         Sostenere la ricerca, la raccolta di informazioni, il monitoraggio e le reti: produrre strumenti concreti e analisi strategiche per una migliore comprensione del processo di radicalizzazione, utilizzabili direttamente dalle forze di sicurezza e dai decisori degli Stati membri ed elaborate anche nel quadro del centro di eccellenza della rete per la sensibilizzazione alla radicalizzazione.

·         Prestare attenzione alla dimensione securitaria: per prevenire la radicalizzazione serve anche un approccio securitario di base con misure di contrasto delle sfide immediate e a lungo termine, come i divieti di viaggiare e la criminalizzazione dei viaggi verso paesi terzi a fini terroristici, già proposti dalla Commissione. Gli Stati membri devono aumentare la condivisione delle informazioni, sfruttare appieno i quadri di cooperazione e gli strumenti di informazione in materia di sicurezza e rafforzare l'interconnessione dei sistemi di informazione.

Contesto

Ad oggi si stima che circa 4 000 cittadini dell'UE si siano uniti a organizzazioni terroristiche in teatri di guerra come la Siria e l'Iraq. La maggioranza dei sospetti terroristi implicati nelle recenti atrocità terroristiche nell'UE era costituita di cittadini europei, nati e cresciuti nelle nostre società. L'UE sta rafforzando l'approccio securitario a tale problema, con un migliore scambio di informazioni in materia di sicurezza, frontiere e banche dati sulle migrazioni e un rafforzamento di Europol e del suo centro europeo antiterrorismo.

L'UE sostiene le iniziative degli Stati membri di lotta alla radicalizzazione da più di un decennio. L'Unione europea è impegnata ad aiutare gli Stati membri a fornire una risposta energica all'estremismo violento mediante una maggiore cooperazione in ambiti quali l'istruzione e un rafforzamento della resilienza delle nostre società.Dal 2005 le iniziative contro la radicalizzazione sono state guidate dalla strategia dell'UE volta a combattere la radicalizzazione e il reclutamento nelle fila del terrorismo. L'Agenda europea sulla sicurezza, adottata dalla Commissione il 28 aprile 2015, ha definito le azioni principali che permettono all'UE di rispondere in modo efficace al terrorismo e alle minacce per la sicurezza dell'UE nel periodo 2015-2020. La Commissione ha anche consolidato la rete dell'UE per la sensibilizzazione alla radicalizzazione (RAN) con l'apertura, il 1º ottobre 2015, del centro di eccellenza della rete per la sensibilizzazione alla radicalizzazione. Nell'ottobre 2015 la Commissione ha organizzato una riunione di alto livello alla presenza dei ministri della Giustizia per discutere la risposta di giustizia penale alla radicalizzazione, cui sono seguite le conclusioni del Consiglio che invitano allo scambio delle migliori pratiche in materia di deradicalizzazione nelle carceri e programmi di riabilitazione, formazione e finanziamento. A seguito degli attentati di Parigi e di Copenaghen, il 17 maggio 2015 la Commissione e i ministri dell'Istruzione hanno firmato la dichiarazione di Parigi sulla promozione della cittadinanza e dei valori comuni.

Per ulteriori informazioni

Comunicazione sulla prevenzione della radicalizzazione

 MEMO/16/2179

#PreventExtremism

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